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Maestra accusata di maltrattamenti sui bambini, chiesta la condanna

E’ stata rinviata a giudizio Loredana Pacassoni, la maestra dipendente del Comune di Rimini arrestata nell’aprile del 2016 per maltrattamenti nella scuola materna “Il Delfino”. Il processo comincerà il prossimo autunno. Si aprirà il 25 ottobre il processo nei confronti della maestra riminese Loredana Pacassoni, oggi 63enne. Confermata l’ammissione come parti civili di 19 coppie di genitori dei bambini coinvolti. E il Comune di Rimini, come ente responsabile delle scuole dell’infanzia e datore di lavoro della donna, sarà chiamato come responsabile civile: dovrà quindi rispondere delle eventuali responsabilità che saranno riconosciute dalla maestra sui 24 episodi contestati. I legali della pacassoni, gli avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini, hanno chiesto anche oggi il non luogo a procedere richiamando i rilievi del Tribunale del Riesame che nel maggio del 2016 revocò gli arresti domiciliari per la Pacassoni. Nelle motivazioni, tra l’altro, si leggeva: “Le modalità di relazionarsi dell’indagata coi bambini, come documentate dalle registrazioni, sono state anche brusche, ma non sono mai trascese in condotte violente o denotanti una particolare aggressività della donna”. A sua volta il pronunciamento del Riesame è stato annullato dalla Cassazione, pur non comportando il ritorno ai domiciliari della maestra. Loredana Pacassoni era già finita sotto inchiesta nel 2010 per abuso di mezzi di correzione quando insegnava alla scuola «la Vela» dalla quale era stata sospesa e trasferita momentaneamente in altri uffici comunali.

le immagini dei carabinieri che ritraggono la Pacassoni

Loredana Pacassoni, maestra oggi in pensione, all’epoca dei fatti in servizio alla scuola d’infanzia comunale di Rimini “Il Delfino”, fu arrestata nell’aprile del 2016 con l’accusa di maltrattamenti aggravati ai danni di alcuni piccoli alunni. A distanza di 7 anni, ci si avvia alla conclusione del processo di primo grado. Ieri il pubblico ministero Davide Ercolani ne ha chiesto la condanna a 4 anni e tre mesi di reclusione, ribadendo ancora una volta, nel corso di un’accurata requisitoria, come il reato a lei contestato non debba essere derubricato in abuso di mezzi di correzione.

Secondo l’accusa, l’imputata aveva tenuto i suoi alunni, dei bambini di tre anni, “in un continuo stato di soggezione e paura, a causa del suo atteggiamento violento e vessatorio”. Le telecamere nascoste, installate all’epoca dai carabinieri dopo la segnalazione di una collega, immortalarono strattonamenti, schiaffi sulle mani, e minori sollevati da terra con forza. E poi grida e minacce. Gli avvocati di parte civile – tra i quali figurano Cristiano Basile, Francesco Pisciotti, Carlotta Venturi, Gianluca Tencati, Manuel Maggioli, Giuliano Bonizzato – hanno parlato di un clima di costante da paura e di una disciplina da caserma, con maltrattamenti anche di carattere psicologico.

Di tutt’altro avviso i difensori della maestra, gli avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini, che continuano a sostenere come si stia svolgendo un processo su un minuto e 10 secondi di video a fronte di un mese di riprese, pari a 720 ore di girato, dalle quali emergerebbe un ritratto ben diverso della Pacassoni, maestra – secondo la difesa – capace di consolare i suoi scolari, di regalare loro carezze e abbracci e, qualche volta, anche rimproveri a fin di bene. La coppia di legali ha evidenziato inoltre l’assenza di un uso sistematico di violenza. “Una richiesta di pena spropositata, quella del pm, che non trova riscontro nei fatti”, dicono. Repliche e lettura della sentenza previste il 12 luglio.

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