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‘Il governo non è un bancomat’. Il ministro Musumeci fa indignare la Romagna

il ministro Musumeci

“L’atteggiamento sprezzante espresso con parole abbastanza piccine dal ministro Nello Musumeci cozza con quel rispetto tra istituzioni, soprattutto davanti a drammi e tragedie collettive, che non è forma ma sostanza”.  Non usa mezzi termini il sindaco e presidente della Provincia di Rimini, Jamil Sadegholvaad, nei confronti del ministro alla Protezione civile e coordinatore del tavolo permanente sull’emergenza alluvione, all’indomani dell’incontro avuto a Palazzo Chigi coi sindaci dei territori coinvolti. Sadegholvaad non ha infatti digerito la risposta ricevuta dal rappresentante dell’esecutivo alla richiesta di risorse urgenti, ovvero, “Il governo non è un bancomat”. “In due parole- sintetizza- si contesta agli amministratori locali di cercare di ‘fare la cresta’ sulla conta dei danni”. Le cifre portate al tavolo- 1,8 miliardi di euro chiesti dai territori per l’emergenza immediata e gli 8,8 miliardi per le soluzioni strutturali- “evidentemente sono troppi per il ministro”, stigmatizza. “Queste cifre- chiarisce Sadegholvaad- rappresentano la somma delle istanze urgenti e spesso disperate che vengono dai Comuni messi in ginocchio”. Cita giusto il caso dell’alta Valmarecchia: “Comuni che raccolgono meno del 10% della popolazione della provincia di Rimini– spiega- tra frane e dissesto idrogeologico, lamentano danni per 25 milioni di euro“. E ricorda: “Sono Comuni di centrosinistra e di centrodestra: l’alluvione non vota”. A motivare l’atteggiamento del ministro, per il riminese, è una sorta di “ansia da prestazione” che rileva “su chi governa ora”. Eppure, “non dovrebbe esservi il minimo dubbio- fa notare- che la collaborazione tra istituzioni diverse, davanti a problemi amministrativi che sono i problemi di tutti, dovrebbe essere qualcosa di diverso dalle campagne elettorali permanenti e dalle accuse meschine, senza alcuna prova”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Gnassi, deputato del Partito Democratico della commissione Attività produttive nominato coordinatore per l’alluvione per il Pd alla Camera: “Incredibile, abbiamo pensato a una dichiarazione mal interpretata, mentre anche oggi eravamo nelle terre colpite con chi non ha più niente e con dignità, fatica e senza lamentele si è rimboccato le maniche. E invece sono proprio le parole del ministro Musumeci. Rispondere che ‘il governo non è un bancomat’ alle serie, puntuali e legittime richieste che giungono dai territori dell’Emilia Romagna, attraverso le voci degli amministratori locali, delle imprese e delle forze sociali, toglie la maschera al profilo e allo spessore del governo di fronte alla tragedia”.  Autorevoli membri di governo fanno video e selfie e mostrano vicinanza, a partire dalla presidente Meloni. Poi annunciano aiuti, sostegni e risarcimenti fino al 100%. Ma dopo un mese di parole, oggi i fatti sono che nella concretezza del fare il governo è assente, infastidito di fronte alla richiesta di agire. Il governo ha visto che terra è questa: reattiva, concreta, pronta a fare la sua parte. Lo faccia anche il governo: subito, con le risorse per affrontare emergenza e ripartenza di tutte le filiere produttive del territorio” aggiunge Gnassi, per poi concludere: “Le parole di Musumeci offendono i cittadini dell’Emilia Romagna. Chieda scusa e chiarisca a chi è nel fango e semplicemente chiede al governo che governi, che ha sbagliato a dire ciò che ha detto”.

Parla di “parole vergognose”, la parlamentare ravennate Ouidad Bakkali: “Dopo le passerelle nei luoghi del disastro in Emilia-Romagna e le promesse della presidente Meloni del 100% dei risarcimenti a famiglie e imprese, occorre subito passare dalle dichiarazioni ai fatti concreti. Servono risposte ai sindaci, ai territori devastati.

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