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Un impegno di riconoscere. Le domande di Casa Madiba all’Amministrazione Comunale

attivisti di Casa Madiba

Gli attivisti di Casa Madiba Network tornano a rivendicare dall’Amministrazione Comunale il riconoscimento del loro impegno a favore delle persone in difficoltà e di rigenerazione dal basso dei locali in via Dario Campana che da anni ospitano le loro attività solidali. All’Amministrazione, accusata di avere imposto il progetto del Centro Servizi a bassa soglia in una struttura vicina senza alcun tipo di confronto, vengono chiesti interventi, a partire dalla realizzazione di un bagno per disabili, che renderebbero giustizia all’impegno e al servizio svolto dalla realtà.


Le domande di Casa Madiba:

Da diversi mesi è in corso un contenzioso strisciante tra Casa Madiba Network e l’Amministrazione comunale di Rimini. In gioco c’è il futuro di una vivace rete associativa che negli anni sta realizzando importanti progetti di carattere sociale e culturale. Si stanno susseguendo scelte amministrative che rischiano di vanificare un decennio di rigenerazione dal basso dell’area di via Dario Campana: dall’impattante progetto del Centro Servizi a bassa soglia, imposto dall’Amministrazione senza alcuna forma di dialogo con le associazioni e gl3 attivist3 fino ai tentativi di ostacolare le attività del Network.

Tutti i problemi da noi sollevati non hanno finora trovato una risposta adeguata. Quello che chiediamo è un reale riconoscimento pubblico di ciò che negli anni abbiamo costruito. Riconoscimento che non può che passare anche da impegni e atti concreti.

Proprio per evitare ulteriori risposte evasive proviamo ad avanzare alcune semplici ma concrete richieste all’Amministrazione.

  1. Casa Madiba Network è uno spazio in cui si svolgono importanti iniziative di carattere sociale e culturale, eppure risulta tuttora accatastato come deposito/magazzino. L’Amministrazione si impegna a riconoscere la reale natura dello spazio cambiandogli definitivamente destinazione d’uso?

  2. L’Amministrazione si impegna a rimuovere le barriere architettoniche, realizzando un bagno accessibile alle persone disabili al piano terra di Casa Madiba?

  3. Lo spazio di CMN è pensato per essere un deposito: non ha entrate adeguate e non è riscaldato. L’Amministrazione si impegna ad adeguare lo spazio per renderlo coerente con la sua natura e fruizione, installando ingressi adeguati e un impianto di riscaldamento?

  4. Nello stesso edificio in cui si trova Casa Madiba insiste un locale completamente vuoto e in stato di abbandono da anni. Da tempo chiediamo che venga messo a disposizione del Guardaroba Solidale per consentirgli di immagazzinare gli indumenti che verranno poi redistribuiti gratuitamente a persone in condizione di bisogno. L’Amministrazione riconosce il valore sociale del Guardaroba Solidale Madiba garantendogli l’accesso a spazi adeguati alle sue attività?

  5. L’Amministrazione si impegna a mantenere la pedonalizzazione del piazzale antistante agli spazi di Casa Madiba nonostante gli invasivi progetti di riqualificazione previsti per l’area?

Una risposta positiva a queste domande contribuirebbe, se non a cancellare tutte le criticità presenti nell’area, quantomeno a smussare alcuni spigoli e a non compromettere del tutto la possibilità di continuare a progettare e realizzare interventi dal basso in quegli spazi. Se poi le paragoniamo alla realizzazione del Centro Servizi per la marginalità adulta negli edifici adiacenti a Casa Madiba queste richieste appaiono ben poca cosa – quasi risibili – e per essere soddisfatte richiederebbero solamente una piccola dose di volontà politica. Sarebbe paradossale se il Comune, a fronte dell’investimento di un milione di euro in un Centro Servizi, non riuscisse a garantire, all’interno di una struttura di sua proprietà, un servizio essenziale come un bagno accessibile alle persone disabili!

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