La Procura della Repubblica di Rimini ha chiesto l’archiviazione per la morte della sorelle Pisanu, Alessia di 15 anni e Giulia di 17, travolte da un Frecciarossa in transito alla stazione di Riccione lo scorso 31 luglio. Al termine degli accertamenti di rito non sono stati individuati responsabili.
Il sostituto procuratore Giulia Bradanini aveva aperto un fascicolo, come atto dovuto, per omicidio colposo a carico di ignoti. In questi mesi sono state compiute dalla polizia ferroviaria accurate indagini sia sull’organizzazione della stazione ferroviaria di Riccione, sia sul convoglio, in particolare sulla cosiddetta scatola nera. Nessuna violazione o responsabilità da parte di terzi è emersa al termine dei controlli.
La stazione di Riccione è risultata perfettamente a norma, mentre i macchinisti del Frecciarossa, che viaggiava nei limiti consentiti, hanno adottato tutte le procedure corrette per provare a scongiurare l’impatto. Una tragica fatalità, solo così si può definire quanto avvenuto all’alba del 31 luglio. Escluso anche il gesto volontario. Secondo gli inquirenti, infatti, le due ragazze di Castenaso non volevano suicidarsi. Come ha spiegato la procuratrice capo, Elisabetta Melotti, “non sono emersi elementi che potessero far pensare ad un intento suicidario delle due ragazze”. Si sarebbe trattato quindi di un incidente forse dovuto alla stanchezza o ad una disattenzione fatale.
Diverse le testimonianze raccolte per ricostruire la nottata trascorsa in discoteca da Alessia e Giulia e il loro successivo arrivo alla stazione di Riccione. Chi quella notte ha incontrato le sorelle Pisanu ha parlato di due ragazze lucide, per niente alterate da un’eventuale assunzione di alcol o droghe, ben presenti a loro stesse. Anche il ragazzo che ha gentilmente offerto loro un passaggio fino alla stazione di Riccione le ha descritte come sobrie e assolutamente vigili. Particolare importante confermato anche dalla telefonata fatta al padre pochi minuti prima di entrare in stazione per rassicurarlo che stavano tornando a casa.
Ora l’ultima parola spetta al gip del tribunale di Rimini, che dovrà decidere se archiviare definitivamente il caso o, magari, richiedere un supplemento di indagine. “Estrema fiducia nell’operato della magistratura. Siamo felici di apprendere che le indagini hanno escluso l’uso di alcol e droga, così come hanno escluso il suicidio”, commenta l’avvocato Roberto Senis del Foro di Cagliari, al quale si è affidato Vittorio Pisanu, il papà di Alessia e Giulia. Che non appare intenzionato a presentare opposizione alla richieste di archiviazione. “Il padre, pur nell’enorme dolore che lo affligge, sta cercando di andare avanti e lo sta facendo con l’associazione che ha creato e dedicato alla figlie – continua il legale -. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani nei confronti di comportamenti a rischio come quando si va a ballare e quando si va in auto. Su questa vicenda – conclude – si è detto molto e a sproposito, sui social soprattutto ci sono stati commenti cattivi e illazioni che hanno fatto molto male al signor Pisanu, che però era certo che Giulia e Alessia non avessero bevuto o fatto uso di droghe, e oggi le indagini l’hanno confermato”.