Incassa i Gratta e Vinci rubati nella tabaccheria di fianco al tribunale, arrestato
Prima un colpo da professionista, poi un’ingenuità da dilettante. Il 44enne ucraino, residente a Santarcangelo, arrestato per la rapina pluriaggravata messa a segno lo scorso 29 dicembre all’interno del bar tabacchi V Miglio di Santa Giustina, da dove è fuggito con 5 mila euro in contanti di incasso e con blocchi di Gratta e Vinci per un valore complessivo di 14 mila euro, non deve aver pensato che andare a riscuotere i tagliandi vincenti nella tabaccheria a due passi dal tribunale di Rimini potesse essere una mossa azzardata.
Già, perché gli investigatori della Squadra Mobile di Rimini, che lo tenevano d’occhio da una decina di giorni, non si sono lasciati sfuggire l’assist involontario del rapinatore. Hanno atteso che uscisse con i 120 euro di vincita e poi sono entrati nell’attività facendosi consegnare dal titolare i biglietti incriminati. Una volta comparati matrice e numero, hanno avuto la conferma che quei tagliandi appartenessero ad uno dei blocchi rubati al bar tabacchi V Miglio.
Un dettaglio prezioso, che unito alla Opel Corsa grigia individuata la sera della rapina nelle vicinanze del colpo, ha spinto i poliziotti ad ottenere un mandato di perquisizione della sua abitazione, dove sono stati sequestrati nel garage altri Gratta e Vinci rubati, delle fascette da elettricista come quelle usate per legare i polsi del titolare del bar tabacchi, la pistola con silenziatore (risultata una scacciacani) identica a quella puntata alla testa dell’uomo e una bomboletta spray uguale a quella ritrovata al V Miglio quella notte.
Altra ingenuità commessa dal rapinatore ucraino il fatto che fosse un cliente abituale del V Miglio. Un viso, il suo, noto alla moglie del titolare, che ha più spesso a che fare con il pubblico. Il 44enne, difeso dall’avvocatessa Viviana Pellegrini, ieri durante l’interrogatorio di convalida davanti al gip Raffaella Ceccarelli, si è professato innocente: “Non sono il rapinatore”. Non è riuscito però a spiegare come mai detenesse in casa tutto quel materiale appartenuto proprio all’autore del colpo. “E’ stata un’altra persona, io l’ho solo coperta”, ha detto al giudice prima di affermare di non voler più rispondere ad alcuna domanda.
Secondo il gip, l’ucraino, che vive a Santarcangelo da nove anni e lavora come muratore, ha mostrato “una non comune scaltrezza d’azione” e “una attitudine delinquenziale scaltra”. Da qui la decisione di applicare la misura cautelare del carcere.