Quando si sono visti recapitare dall’Agenzia delle Entrate cartelle esattoriali da centinaia di migliaia di euro da pagare sono letteralmente sbiancati. Loro credevano di aver versato al Fisco quanto dovuto attraverso il commercialista riminese di 59 anni a cui si erano affidati, che oggi si trova a processo per appropriazione indebita pluriaggravata in continuazione dopo la “sparizione” di oltre 300mila euro.
Il professionista, difeso dall’avvocato Piero Venturi, nei giorni scorsi è comparso in aula per raccontare ai giudici la sua verità. A suo dire, i guai sarebbero iniziati nel 2013, quando a causa di un involontario errore procedurale avrebbe recato un grave danno economico a una cliente. Che quando ne è venuta a conoscenza avrebbe minacciato in più occasioni di rovinarlo, presentando un esposto all’Ordine dei Commercialisti. E’ stato allora che il professionista – stando alle dichiarazioni rese – avrebbe iniziato ad utilizzare le somme che altri clienti gli avevano affidato per imposte e tasse per cercare di riparare il danno iniziale. Come una valanga che rotola a valle, il commercialista è rimasto travolto dai debiti: dal 2013 al 2019 si sarebbe appropriato indebitamente dei 211mila euro che gli erano stati consegnati dalla titolare di una parafarmacia, dei 115 mila di tre soci titolari di una società di soccorso stradale e dei 9mila euro versati da un professionista. Vittime che si sono costituite parte civile nel processo attraverso gli avvocati Luca Brugioni e Alessandro Sarti e che nel frattempo hanno dovuto corrispondere all’Erario quanto dovuto.
L’imputato, travolto dallo scandalo, ha visto distrutte carriera e reputazione, arrivando persino a tentare il suicidio. La prossima udienza è stata fissata il 3 luglio, giorno in cui il Collegio potrebbe emettere la sentenza.