L’asticella per le forze dell’ordine si alza di anno in anno ma fino a quanto potranno reggere questi ritmi? A lanciare l’allarme è Roberto Mazzini del Sap, Sindacato Autonomo di Polizia, che risponde alle polemiche legate al tema della sicurezza alla luce del doppio accoltellamento avvenuto nei giorni scorsi a Rimini. Mentre molti discutono “donne e uomini in divisa sono al lavoro“. “Gli uffici investigativi sono chiamati a dare risposte in pochi giorni su tematiche riguardanti il codice rosso, rapine, borseggi, spaccio, criminalità di ogni tipo anche organizzata – spiega Mazzini –. Le volanti lavorano senza un secondo di sosta. L’ufficio immigrazione è in emergenza da mesi, la polfer non stacca un secondo i controlli in stazione, la stradale è incessantemente impegnata tra stragi del sabato sera e rilievi di incidenti, la polizia postale e delle comunicazioni ha affrontato l’estate con una media di 4 operatori con una esplosione di reati sul web, il personale della polaria oltre alla gestione dell’aeroporto di Rimini è chiamato alle frontiere del nord est della nazione per il controllo dei flussi migratori. Tantissimi altri uffici effettuano il regolare orario di lavoro e successivamente effettuano turni di straordinario per i vari servizi sul territorio e servizi di ordine pubblico. Continuano a fare il doppio delle ore di straordinario previste, che vengono pagate dopo un anno. Con questa mole di lavoro servirebbero il doppio delle risorse!“. Mazzini si chiede polemicamente se “quando nel 2015 venivano effettuati un tagli lineari all’apparato della sicurezza ci si è posti qualche domanda?“. “In quegli anni – prosegue – con il turnover al 55% abbiamo perso tantissimi operatori, e da oggi al 2025 andranno in quiescenza una ottantina di colleghi. Negli ultimi anni è stato inviato più personale rispetto a tante realtà sul territorio e questa inversione di tendenza, di ripristino degli organici, deve proseguire nel tempo. Ma non basta lavorare sugli uomini“.
Secondo il Sap “bisogna dare risposte concrete anche sulla logistica, abbiamo una struttura funzionale, in futuro una cittadella della sicurezza, ma ad oggi necessitano spazi per le audizioni protette, per poter meglio gestire i tantissimi casi relativi a fasce deboli, per i tantissimi migranti che si presentano in questura. C’era la possibilità di locare una parte dello stabile prospiciente alla questura ma ad oggi pare che tale stabile sia stato promesso ad altre amministrazioni sul territorio e quindi con buona pace di tutti la sicurezza viene dopo e continueremo a mettere in difficoltà i colleghi, gli utenti, le parti lese e le vittime perché ci si ricorda della sicurezza solo quando accade qualche fatto che scuote la cronaca“.
Mazzini evidenzia poi la il fatto che “la sicurezza si fa con la cultura“. “Rimini – dice – per tanto tempo è stata percepita come il paese del divertimento sfrenato, dell’eccesso dove tutto è permesso. Ora in tanti si approcciano ai nostri luoghi con questa volontà. Se questo lo si aggiunge a un’economia florida, alla grande presenza di giovani e alla grande accoglienza del Romagnolo vien da se che tantissimi malavitosi si avvicinano per trovare fortuna.
In questo panorama, nonostante le difficoltà, nonostante il super lavoro le Forze dell’Ordine ci sono sempre” conclude.