Il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, ascoltando la richiesta di molti fedeli, invita ad inserire nella preghiera dei fedeli delle SS. Messe domenicali la specifica richiesta al Signore del dono della pioggia.
La perdurante condizione di siccità, l’assenza di pioggia, che colpisce i territori riminesi e della Diocesi di Rimini con conseguente rischio di grave danno alla produzione dei “frutti della terra e del lavoro dell’uomo”, invita la Comunità cristiana di tutta la Diocesi ad invocare con fede nella preghiera il “Signore del cielo e della terra datore di ogni bene”.
Proposta per la preghiera dei fedeli:
Per questa nostra terra riminese,
da lunghi mesi assetata di acqua,
e per tutta la nostra nazione italiana,
perché scenda abbondante la pioggia
a fecondare le campagne
e le famiglie ottengano i frutti del loro lavoro, preghiamo.
La stessa Preghiera dei fedeli può essere conclusa con l’Orazione per la pioggia del Messale Romano:
O Dio, in te viviamo, ci muoviamo ed esistiamo:
donaci la pioggia di cui abbiamo bisogno
perché, aiutati dai beni che sostengono la vita presente,
tendiamo con maggiore fiducia a quelli eterni.
Per Cristo nostro Signore.
Nei giorni feriali della prossima settimana si può proporre analoga intenzione alla Preghiera universale e, quando non ricorrano memorie liturgiche di Santi, è possibile sostituire la Colletta della Messa della XIII settimana con quella della Messa “ad diversa”, a pag. 901 del Messale.
Di seguito, una preghiera per la pioggia composta da San Paolo VI e da lui pronunciata all’Angelus del 4 luglio 1976, che può essere utilizzata.
“Dio, nostro Padre, Signore del cielo e della terra (Mat. 11, 25),
tu sei per noi esistenza, energia e vita (At. 17, 28).
Tu hai creato l’uomo a tua immagine (Gen. 1. 27-28)
perché con il suo lavoro faccia fruttificare
le ricchezze della terra
collaborando così alla tua creazione.
Siamo consapevoli della nostra miseria e debolezza:
nulla possiamo senza di te (Cfr. Gv. 15).
Tu, Padre buono, che su tutti fai brillare il tuo sole (Mat. 5, 45)
e cadere la pioggia,
abbi compassione di quanti soffrono duramente
per la siccità che ci ha colpito in questi giorni.
Ascolta con bontà le preghiere a te rivolte
fiduciosamente dalla tua Chiesa (Luc. 4, 25),
come esaudisti le suppliche del profeta Elia (1 Re 17, 1),
che intercedeva in favore del tuo popolo (Giac. 5, 17-18).
Fa’ scendere dal cielo sopra la terra arida
la pioggia sospirata,
perché rinascano i frutti (Ibid. 5, 18)
e siano salvi uomini e animali (Sal. 35, 7).
Che la pioggia sia per noi il segno
della tua grazia e benedizione:
così, riconfortati dalla tua misericordia (Cfr. Is. 55, 10-11),
ti renderemo grazie per ogni dono della terra e del cielo,
con cui il tuo Spirito soddisfa la nostra sete (Gv. 7, 38-39).
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, che ci ha rivelato il tuo amore,
sorgente d’acqua viva zampillante per la vita eterna (Ibid. 4, 14).
Amen”.
San Paolo VI Papa, Angelus del 4/7/1976
All’interno della Basilica Cattedrale di Rimini c’è la Cappella della Madonna dell’Acqua. Essa è chiamata anche Cappella della Pietà, per la Pietà posta sull’altare, opera di un artista tedesco detto il “Maestro di Rimini” (prima metà del XV secolo).
L’appellativo “dell’Acqua” deriva dal fatto che la Vergine che si trova sul tabernacolo con Cristo morto sulle ginocchia è invocata nei periodi di siccità o di piogge torrenziali.
La devozione alla icona risale ai tempi di Sigismondo Malatesta e perdurò in seguito per molto tempo, tanto che anche S. Carlo Borromeo (1563) e Pio VII (1814) ancora si prosternavano davanti alla Vergine con particolare fervore.