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L’Infermiere di Pronto Soccorso: protagonista del cambiamento in Emilia Romagna

repertorio

Dal 12 Ottobre 2021 la Regione Emilia Romagna ha implementato un nuovo modello di triage. La precedente metodica a quattro codici colori è stata sostituita da una nuova a cinque codici:  Rosso, Arancione, Azzurro, Verde e Bianco. Questi suddividono i pazienti in critici, che necessitano di immediato trattamento, e pazienti non critici, che vengono quindi classificati in base alla complessità clinica, alle risorse impiegate e al carico assistenziale.

I colori Rosso e Arancione individuano quei pazienti che hanno necessità di immediato accesso alle cure per patologie tempo dipendenti, come l’infarto o l’ictus, o per la critica alterazione di una funzione o di parametro vitale, come un’importante desaturazione o per una marcata ipotensione.

L’Azzurro, il Verde e il Bianco, invece, riguardano pazienti con urgenze differibili, cioè tutte quelle situazioni che non hanno un immediato pericolo di vita ma che necessitano di approfondimenti diagnostici o di percorsi assistenziali a media e bassa complessità.

Con questi nuovi codici cambiano anche le tempistiche di accesso disciplinate dalle “Linee di Indirizzo Nazionali per il Triage Intraospedaliero”. Questo cambiamento ridistribuisce i tempi di attesa del triage a favore dei pazienti più gravi.

La figura dell’Infermiere gioca un ruolo da protagonista in questo processo, come evidenziato sempre dalle “Linee di indirizzo Nazionali sul Triage Intraospedaliero”. Tale figura è infatti la figura preposta a svolgere attività di triage in autonomia, secondo linee guida e protocolli validati.

Per poter svolgere questa funzione è previsto un percorso di formazione obbligatorio, che può essere intrapreso solo dopo almeno sei mesi di esperienza in Pronto Soccorso, il possesso di attestati, di corsi di rianimazione cardiopolmonare del paziente adulto e pediatrico e un corso di Triage.  Dopo questa formazione è previsto un periodo di affiancamento prima di esercitare in autonomia l’attività di triage infermieristico.

Per garantire standard di qualità elevati è richiesto al professionista una formazione continua che prevede corsi di aggiornamento e retraining. L’infermiere è quindi un professionista esperto in grado di valutare nella maniera più corretta il cittadino che accede in Pronto soccorso e di individuare quale sia il percorso diagnostico terapeutico assistenziale più appropriato per lui.

Nella nuova declinazione dei codici colore viene valutato inoltre il carico assistenziale e la fragilità del paziente, con una presa in carico globale dell’assistito e della sua famiglia. In un contesto di media complessità, il codice Azzurro in particolare, individua quei pazienti fragili che necessitano di maggiori attenzioni e di un percorso volto a ridurre il più possibile l’impatto sulle sue condizioni di base.

Nella fragilità viene considerata l’età del paziente, eventuale disabilità fisica o psichica, maltrattamenti o abusi e patologie di base con un alto impatto sull’autonomia del paziente stesso.

Il triage è inoltre un processo dinamico che prevede la rivalutazione periodica del paziente, in quanto le condizioni cliniche sono evolutive e possono cambiare durante l’attesa. L’Infermiere effettuerà quindi periodicamente delle rivalutazioni delle condizioni e di alcuni o tutti i parametri vitali per confermare o modificare il codice colore e mantenere un monitoraggio costante dei pazienti presenti in sala d’attesa.

Un altro aspetto sottolineato nelle nuove Linee di Indirizzo Nazionali e Regionali per il triage in Pronto Soccorso è il dolore. Questo parametro vitale, motivo di accesso in Pronto Soccorso per il 70% dei casi, viene valutato nella sua globalità e gestito in prima battuta direttamente al triage, con protocolli validati nell’ottica di quello che viene chiamato “Ospedale senza dolore”. Viene concretizzato ed espresso attraverso la valutazione di scale e alterazioni di altri parametri vitali quali frequenza cardiaca, pressione e frequenza respiratoria.

 Il Pronto Soccorso rimane quindi la porta di accesso principale ai servizi sanitari e questa riorganizzazione del triage permette una presa in carico globale del cittadino e della sua famiglia, nell’ottica di indirizzare la persona al percorso più appropriato. L’infermiere, in conclusione, è la figura che accoglie per primo il cittadino, comprende i suoi bisogni e lo indirizza, con competenza e professionalità, verso le cure più idonee.

Articolo a cura di Chiara Sabati, Martina Molari, Alice Sapori con il coordinamento di Monica Aitoro.

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