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La mente dell’adolescente. Intervista a Alessandro Volta

Ha aperto un grande confronto tra genitori, professionisti e esperti l’incontro: “La mente dell’adolescente”, dedicato alle sfide dei papà nella crescita dei figli. Uno degli appuntamenti promossi dal Centro per le Famiglie del Comune di Rimini con protagonista il pediatra e neonatologo Alessandro Volta, in dialogo con la responsabile del Centro per le Famiglie Alice Bernardi. Lo abbiamo intervistato per ripercorrere i principali temi del suo intervento.

Dottor Volta, che cosa accade nella mente degli adolescenti? Perché i loro comportamenti sono così impulsivi e il loro umore può cambiare così facilmente?

Ci sono studi importanti nell’ambito delle neuroscienze che confermano la grande difficoltà degli adolescenti a relazionarsi con gli adulti. Potremmo descrivere il loro cervello come “una Cinquecento con il motore di una Ferrari”: la ghiandola amigdala nell’adolescente lavora in modo sfrenato, producendo un neuromodulatore regolatore dello stato emotivo, la dopamina, che provoca alternanza di forti scariche (con momenti di improvvisa accelerazione nell’attività mentale) senza sistemi frenanti e regolatori, seguiti da momenti di fiacca e di noia. In questa fase della vita i ragazzi si pongono grandi domande esistenziali e ridefiniscono la loro identità, anche in relazione con l’altro, ma non hanno ancora sviluppato quella capacità riflessiva che permette loro di rispondere a queste domande.

Queste scoperte scientifiche ci fanno meglio comprendere la difficoltà che vivono gli adolescenti nell’adattarsi a una nuova realtà. L’adolescente è come un grande giocatore di poker, che si butta nelle situazioni a capofitto senza calcolarne bene i rischi. Sempre a causa di un ormone, l’ossitocina, in questa fase gli adolescenti prediligono le relazioni con i pari e il giudizio dei coetanei su di loro è di fondamentale importanza. Solitamente gli adolescenti hanno tre grandi amici, che per loro contano più di ogni cosa.

Parlando di adolescenti ci confrontiamo con i grandi cambiamenti che avvengono anche in famiglia. Regole e punizioni hanno ancora un senso con i ragazzi di questa età?

Nell’adolescenza sono proprio i ragazzi e le ragazze che, potremmo dire, conducono le danze all’interno della famiglia. In questa fase cambia l’idea che hanno degli adulti: quello che era il padre ammirato, il padre “magico” capace di fare tutto, può diventare una persona sgradevole e insopportabile ai nuovi occhi degli adolescenti.

Anche se sembra il contrario e se non lo esplicitano a voce, gli adolescenti ci chiedono però rassicurazioni e indicazioni. Il genitore deve assumere allora il ruolo di “parafulmine”: far sentire ai ragazzi che quello che vivono è normale e giusto, contenendo la loro ansia e la loro preoccupazione e accettando anche la frustrazione di non essere apparentemente ascoltati. È uno dei pochi casi in cui l’opinione non richiesta è utile! Gli adolescenti rifiutano le regole ma in realtà ne hanno profondo bisogno.

L’importante è che la regola non sia il fine, che dietro ci sia una motivazione e che venga costantemente negoziata e condivisa, anche se è una grande fatica. In famiglia serve attuare sia un codice affettivo che un codice normativo, che possono essere alternativamente utilizzati dal padre o dalla madre, non esistono ruoli fissi. La punizione funziona poco perché crea vittimismo, è molto più utile il rinforzo positivo dei comportamenti adeguati. Ai modelli gli adolescenti preferiscono i testimoni e oggi purtroppo i testimoni positivi sono pochi.

Qual è, nello specifico, il ruolo del padre in adolescenza?

I primi anni di vita del bambino sono fondamentali per la definizione del ruolo del padre, anche se non c’è una predisposizione biologica innata alla paternità, padri si diventa. Per questo si parla sempre più di investire sulla prima infanzia, per prevenire comportamenti violenti o difficili nell’adolescenza. C’è bisogno di padri che siano sempre più presenti, non solo padri “festivi” ma “feriali”, padri accudenti e non solo giocosi . Questo non priva la mamma delle sue funzioni materne: l’amore non si divide ma si moltiplica.

Dobbiamo uscire da una visione ancora di retaggio patriarcale ed abbattere gli stereotipi di genere e gli schematismi che ci ingabbiano, considerando ogni figlio nella sua individualità. La grande sfida è quella di conciliare libertà e responsabilità. Stiamo vivendo una transizione epocale meravigliosa del ruolo del padre, si aprono orizzonti nuovi in cui i genitori potranno essere sempre più competenti e accudenti. Pensiamo alla figura emblematica di Geppetto, il papà di Pinocchio, o a San Giuseppe.

Modelli di padre che rispettano la libertà dei loro figli. Finché Pinocchio è piccolo combina solo pasticci; diventa adulto quando inizia ad occuparsi di qualcun altro, e nella pancia della balena capisce che deve salvare il padre. Salvando il padre salva se stesso. E Geppetto prende sempre molto sul serio e rispetta la sua libertà.

Cosa evitare nella relazione con gli adolescenti?

Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista, ci dice che con gli adolescenti ci sono poche cose da fare! La cosa più utile è aspettare che passi la “nottata” e, dice ancora lo psicoanalista, evitare le ritorsioni e i ricatti. Aggiungerei che bisogna cercare di evitare di dare giudizi sulla persona: si può giudicare un comportamento, ma non chi lo compie. È una differenza fondamentale. Quando siamo arrabbiati spesso è meglio tacere. Bisogna mantenere la stima reciproca ed evitare la svalutazione. Un’alternativa utile può essere anche quella di scrivere, invece che parlare. Anche la musica e altre passioni possono essere un mediatore utile per facilitare il dialogo e la condivisione.

 

Uno sguardo sulla paternità davvero nuovo e affascinante, per il quale ringraziamo ancora il dott. Alessandro Volta. Per essere sempre aggiornati e partecipare agli appuntamenti del Centro per le Famiglie consultare la pagina Facebook @centrofamigliecomunerimini.

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