I metalli preziosi di oggi, quelli già definiti “il petrolio del nostro secolo”, sono quelli legati alle nuove tecnologie, spesso di difficile reperimento e per i quali è fondamentale elaborare processi di recupero: una priorità ambientale ancora prima che economica.
Di questo si occupa al Tecnopolo di Rimini il ricercatore Gianluca Torta: 26 anni, fanese, un’esperienza scolastica e universitaria sempre guidata dalla predilezione per le materie scientifiche, in particolare la chimica. Dopo il liceo scientifico nella sua città, Gianluca ha scelto Rimini per continuare il suo percorso: “Ho scelto di frequentare la facoltà di Chimica Industriale. Da pendolare non sono riuscito a godermi a pieno la città di Rimini ma dal punto di vista universitario mi sono trovato molto bene. Non essendo una facoltà grande si riesce ad interagire più facilmente con i professori, i quali generalmente sono molto disponibili, e quindi si riesce a chiarire più facilmente eventuali dubbi sulla materia che si sta studiando. Inoltre si riesce più facilmente a stringere amicizie strette e durature”.
Completata la triennale, il trasferimento a Bologna questa volta come studente fuori sede, alla facoltà magistrale di Chimica Industriale. “Anche per la magistrale l’esperienza è stata molto positiva. Bologna è una città universitaria meravigliosa dove vivere”.
Dopo la magistrale Gianluca ha vinto una borsa di studio di quattro mesi, da marzo a luglio 2020, per il progetto “Studio della stabilità termica e analisi di metalli di ceneri e fanghi stabilizzati” presso il Tecnopolo di Rimini. E da qui, il nuovo passo col dottorato iniziato lo scorso novembre.
“Ero deciso nel proseguire la mia formazione universitaria con un dottorato, ma inizialmente non avevo trovato dei progetti che mi piacessero a tal punto da investirci tre anni della mia vita. Quando sono venuto a conoscenza di questo progetto di dottorato riguardante il cambiamento climatico mi sono deciso ad iscrivermi alle selezioni e sono risultato vincitore della borsa di dottorato”. La borsa di studio “Separation and Recycling of metals from municipal and industrial wastes” si inserisce in un dottorato multidisciplinare riguardante il cambiamento climatico intitolato “Future earth, climate change and societal challenges”.
Il gruppo del quale fa parte Gianluca è quello dei professori Ivano Vassura e Fabrizio Passarini, tutor della borsa di dottorato, e del dottor Luca Ciacci. Attualmente, con questo gruppo, Gianluca si occupa di un progetto sul recupero dei metalli del gruppo delle terre rare da magneti permanenti NdFeB a fine vita. Un ambito dalle grandi potenzialità in termini di sostenibilità: la richiesta di questi metalli, presenti soprattutto in Asia, è in continua crescita e percorsi green per il loro recupero sono sempre più importanti.
“I metalli del gruppo delle terre rare rientrano nella lista degli elementi critici per l’Unione Europea in quanto in Europa non vi è produzione interna ma è 100% importatrice. Questi metalli hanno un ruolo fondamentale per la transizione ecologica in quanto vengono usati per esempio nei magneti permanenti NdFeB, indispensabili per il funzionamento delle turbine eoliche e i motori dei veicoli elettrici. Visto che ad oggi non ci sono miniere attive per la loro produzione in Europa occorre trovare fonti alternative di produzione, e una alternativa è il riciclo di prodotti a fine vita che contengono questi elementi. Un prodotto chiave e ricco di questi elementi sono i magneti NdFeB a fine vita, il cui riciclo ad oggi non viene praticamente applicato a causa di problemi economici, in particolare la profittabilità scarsa se non assente del processo, e tecnologici. Lo scopo del mio progetto è quello di ideare un processo di riciclo che utilizzi metodi eco-friendly, quindi poco impattanti”.
Un lavoro che si avvale di una strumentazione complessa e articolata, tra digestori a microonde, spettrometri di assorbimento atomico, cromatografi. Gianluca li passa in rassegna:“Il digestore a microonde è un forno che serve per sciogliere in soluzione acida i metalli presenti nel rifiuto per poi determinarne il tipo e la concentrazione attraverso la strumentazione ad assorbimento atomico. La FAAS (spettroscopia di assorbimento atomico con fiamma): serve per determinare la concentrazione di un determinato metallo all’interno del campione analizzato. La GAAS (spettroscopia di assorbimento atomico con fornetto a grafite): ha la stessa funzione della FAAS ma ha la capacità di misurare concentrazioni più piccole che la FAAS non riesce a misurare. La HPLC (cromatografia liquidi ad alta prestazione) determina la concentrazione di sostanze organiche presenti nella soluzione analizzata. La IC (cromatografia ionica) serve per determinare la concentrazioni di anioni in soluzione”.
E c’è ovviamente il continuo confronto con i colleghi: “Il lavoro di team consiste in riunioni periodiche per confrontarsi e decidere gli step successivi da intraprendere per l’avanzamento del progetto a seconda dei risultati ottenuti dalle analisi effettuate”.
Su questo progetto il Tecnopolo sta collaborando con una azienda emiliano-romagnola che ha nel territorio italiano diversi impianti di pretrattamento di autoveicoli, lavatrici, motori elettrici, frigoriferi, e altri rifiuti metallici. In quel rapporto reciproco e dinamico tra ricerca e impresa che è vocazione del Tecnopolo: “La ricerca e l’innovazione sono, secondo il mio parere – spiega Gianluca – il mezzo chiave per una azienda per migliorarsi e spiccare tra le altre. La struttura del Tecnopolo ha tutti gli strumenti necessari per intraprendere progetti di ricerca per imprese. La presenza di competenze “fresche” affiancate da docenti esperti, unisce l’energia e la voglia di stravolgere il mondo dei giovani con l’esperienza e la conoscenza di docenti universitari capaci di formarli e aiutarli a scegliere le vie migliori da percorrere”.
Per Gianluca dopo il dottorato arriverà il momento delle scelte professionali importanti. Al momento ci sono tante strade aperte, ma nelle scelte future contribuirà senz’altro il bagaglio dell’esperienza al Tecnopolo.
“La sfida più impegnativa di questo dottorato è il fatto che ora non sono più uno studente che viaggia in dei binari prestabili e che sa esattamente quale sia la meta e dove sia, ma ora devo essere io a decidere quale strada percorrere e scegliere quella che secondo me sia la migliore per arrivare all’obiettivo che mi sono prefissato. L’indipendenza comporta libertà ma anche incertezza. Le soddisfazioni più grandi sono l’ottenere dei risultati e sapere che sono frutto delle tue decisioni e riflessioni. Sicuramente fino ad ora la mia esperienza al Tecnopolo è stata positiva quindi mi piacerebbe continuare questo tipo di attività ma non escludo anche la possibilità di fare ricerca all’interno di aziende o altre università in Italia o all’estero. Non mi piace prefissarmi degli obbiettivi lontani, preferisco averne di realistici e vicini nel tempo. Ho iniziato questo percorso di dottorato e per ora il mio obbiettivo principale è cercare di formarmi durante questo percorso e cercare di sviluppare al meglio il mio progetto di ricerca. Probabilmente sarà proprio dopo aver conseguito il dottorato che con una maggior consapevolezza del mondo della ricerca sia italiano che estero potrò prefissarmi degli obiettivi a lungo termine”.
Ma l’impegno per il miglioramento della sostenibilità ambientale resta un riferimento primario. “È il motivo per il quale ho scelto questa borsa di dottorato. Fare qualcosa che concretamente possa migliorare la sostenibilità ambientale è un grosso stimolo”.
Per saperne di più:
Via Dario Campana, 71 Rimini
0541/21847