Riceviamo e rilanciamo volentieri un nuovo contriubuto sulla questione scuola DAD o presenza, di Claudia Protti
In queste ore molti genitori e adulti stanno commentando sui social la notizia del rientro a scuola in presenza dopo Pasqua di bambini e ragazzi fino alla prima media compresa anche se in zona rossa. Tanti la descrivono come una buona notizia, io invece provo un misto tra rabbia e delusione. Sia chiaro che son felicissima per i bambini che potranno rientrare ma mio figlio ha quasi 14 anni e resterà a casa davanti a un computer così come tanti altri milioni di ragazzi che da un anno subiscono questa reclusione ingiusta.
Per l’ennesima volta il pensiero dei nostri politici è stato quello economico. Concedono il permesso di far rientrare a scuola in presenza tutti i bambini che i genitori non sanno come gestire. Come è possibile andare al lavoro e allo stesso tempo restare a casa perché i due figli di 4 e 8 anni non possono andare a scuola in presenza? Come è possibile aiutarli nella didattica a distanza e allo stesso tempo andare in ufficio o in fabbrica, fare i turni al supermercato o in ospedale?
Gli altri bambini e ragazzi sono “grandi”, si possono arrangiare. Un ragazzino che frequenta la seconda o terza classe della scuola primaria di primo grado ha 12 o 13 anni e non è scontato che sia in grado di stare a casa da solo a seguire le lezioni a distanza. Ma al di là del fatto che sia in grado di stare solo e arrangiarsi, è giusto lo faccia? È giusto che i ragazzi che frequentano licei, istituti professionali o tecnici siano a casa da quasi un anno e che abbiano potuto varcare la porta della loro scuola solo per brevissimi periodi e a turno?
Un anno intero davanti al monitor del computer, ma voi adulti sareste in grado di apprendere a queste condizioni? A casa, attraverso un monitor, con la connessione che a volte sparisce, senza poter guardare negli occhi i professori, senza il sostegno dei vostri compagni di classe.
Vi racconto una cosa accaduta poco più di un anno fa, quando mio figlio ancora andava a scuola in presenza. Un giorno è arrivato a casa, eccitatissimo, il prof durante la mattina aveva consegnato le verifiche di storia agli alunni e mio figlio in storia non è bravo, ha portato a casa tante insufficienze ma piano piano, con diversi aiuti e suggerimenti è riuscito a migliorare e a trovare il suo metodo di studio. Questo il suo racconto:
<<Oggi quando il prof ci stava consegnando le verifiche di storia io stavo pensando tra me e me che almeno 6 lo avevo preso, poi quando mi ha chiamato alla cattedra mi ha fatto un cenno con la testa, come quando si dice sì, e ha detto: “ohhh bravo!” e quindi ho pensato che il voto era almeno 7. Invece quando ho visto la verifica c’era scritto 8 e 1/2 e io stupefatto ho pensato che forse aveva scambiato la verifica con quella di un altro alunno, non mi sembrava vero! E in più mi ha fatto proiettare alla LIM davanti a tutti gli schemi di storia che avevo fatto a casa. Mi ha detto BRAVO>>
Ve lo devo dire che storia è diventata una delle materie preferite di mio figlio? I bambini e i ragazzi hanno bisogno di essere guardati negli occhi, sgridati, incoraggiati, stimolati e questo può essere fatto solo in presenza. Altre volte mio figlio è tornato a casa con piccoli ritagli di carta non più grandi di 5 centimetri per lato su cui aveva riportato le parole del professore in occasione di un’interrogazione o alla consegna di una verifica scritta. Sono pezzetti di carta importanti, sono pezzetti che spronano mio figlio a studiare, a rincorrere i suoi sogni e a diventare un adulto onesto e responsabile.
I professori di mio figlio sono bravissimi, anche a distanza fanno quello che possono, anzi di più, fanno davvero tanto e quindi siamo fortunatissimi ma nulla può sostituire la scuola in presenza.
È ora che tutti i bambini e ragazzi rientrino nelle loro scuole, basta a lezioni in cameretta, in salotto o in cucina mentre la mamma cucina, il fratellino piange, la connessione va e viene.
I ragazzi più in difficoltà non si presentano alle lezioni a distanza, stiamo lasciando per strada tanti studenti che forse perderemo per sempre. Pezzetti del nostro futuro che scompaiono. Ai nostri politici importa tutto questo? Posate un attimo lo sguardo sui bambini! Pensate alla loro salute, salute che non è solamente non prendere il covid-19 ma salute fisica e mentale. Un bambino non sta bene fisicamente e neppure mentalmente se rinchiuso per mesi in una stanza davanti a un computer.
E io sono stanca di sentirmi in colpa per quanto subisce mio figlio. Quando vado a lavorare in ufficio mi sento in colpa per aver lasciato mio figlio a casa da solo davanti a un computer e quando resto a lavorare da casa per essere più vicino a mio figlio mi sento in colpa per non essere in ufficio.
Questa situazione ha ripercussioni importanti su bambini e sui loro genitori, ormai ho quasi perso la speranza di rivedere le scuole dei ragazzi aperte prima di settembre ma non mi arrendo e continuo a gridare: RIAPRITE LE SCUOLE, TUTTE LE SCUOLE!
Claudia Protti