La Linea Gotica Orientale, che collega il Tirreno e l’Adriatico, diventa il centro di un conflitto europeo. Su questa linea difensiva si affollano eserciti di differenti nazionalità: è una babele di lingue, culture e truppe.
Costruita nell’agosto del 44, attorno alla Linea Gotica avvengono una serie innumerevoli di stragi. Inizia quella che gli storici hanno definito “la guerra ai civili“: stragi che seminano il terrore sul territorio per controllarlo, tra luglio e ottobre del 1944. Basti pensare a Verghereto, Tavolicci, San’Anna, Marzabotto.
Questa è la realtà in cui si situano la vicende dei piccoli comuni della Valconca: una vita tranquilla, fatta di piccoli commerci, in cui l’eco della conflitto arrivava per lo più attraverso l’accoglienza di profughi in questi luoghi considerati sino ad allora sicuri. L’area si trova ad essere improvvisamente al centro di un conflitto bellico complesso, terribile, con truppe che invadono il territorio seminando terrore e distruzione. Tra fine agosto al 21 settembre del 1944, su questa area punta soprattutto l’Ottava armata britannica e le formazioni che la accompagnano per tentare lo sfondamento della Linea Gotica Orientale. Con questo schieramento si tenta il tutto per tutto. Le variegate componenti militari si ritrovano nei tanti cimiteri militari situati da Forlì verso Rimini: Polacchi, canadesi, inglesi, indiani, neozelandesi, tedeschi, greci. In questa situazione la resistenza tedesca appare estremamente tenace su alcune aree come Montegridolfo e Mondaino in cui si tenta di evitare gli assalti all’arma bianca. Le battaglie che coinvolgo questa zona e terrorizzano la popolazione sono violente, soprattutto a inizio di settembre, come per Coriano e Gemmano. Lo sfondamento, che è l’unico sulla Linea Gotica Orientale per il ’44, avverrà il 17 settembre; la liberazione di Rimini il 21 dello stesso mese. Lo scontro armato termina nell’inverno del ’44 e inizia in questa zona una ricostruzione lunga e faticosa. L’area è piena di mine, tante saranno le vittime civili dovute all’esplosione di ordigni nascosti nel terreno. A Miramare di Rimini, nei pressi dell’aeroporto, vengono imprigionati migliaia di soldati tedeschi sorvegliati dai britannici. La presenza militare extraeuropea ha poi portato a un turismo di ex combattenti che tornavano per un ricordo, un omaggio, nei tanti cimiteri che costellavano il territorio.
In questa lunga ed esaustiva intervista Patrizia Dogliani, docente di Storia Contemporanea dell’Università di Bologna, tratta anche della fine del conflitto e della formazione dell’Enklave a Rimini, il primo grande campo per prigionieri tedeschi.
Il contributo è pubblicato nel sito memorielineagotica.it: un progetto per offrire opportunità di conoscenza e trasmettere alle giovani generazioni un patrimonio informativo ricco e diversificato.
Guarda l’intervista a Patrizia Dogliani:
Guarda il promo del progetto: