Tamponi, Pievesestina al collasso? Erbetta: centralizzazione Ausl non va
Il fatto che il laboratorio di Pievesestina non sia sufficiente a processare tutti i tamponi in arrivo in queste settimane è la prova, secondo il consigliere comunale di Rinascita Civica Mario Erbetta, che la centralizzazione dei servizi, con l’unione delle Ausl romagnole, non funziona se non per ottimizzare i costi. “Mancano i medici, gli infermieri, i laboratori analisi locali – scrive Erbetta – e si pensava di chiudere gli Ospedali di Novafeltria e Cattolica. Taglia che taglia ci ritroviamo nell’emergenza ad arrancare e a dover alzare bandiera bianca e chiudere totalmente le scuole e forse le attività. La seconda ondata della pandemia era prevista fin da marzo eppure nessuno è stato capace di preservare la scuola in presenza e potenziare trasporti pubblici e sanità”.
“E noi che nell’Ausl Romagna come Rimini siamo la cenerentola – prosegue – subiamo ancora di più questa cattiva organizzazione. Tamponi fatti solo a coloro che sono stati in contatto con casi conclamati entro 48 ore, ritardi di alcuni giorni nei risultati dei tamponi, protocolli errati nelle scuole dove non si è provveduto a tamponi preventivi prima dell’inizio della scuola né a sierologici mensili e isolamento delle classi al primo positivo”. Secondo Erbetta si tratta della “politica dello speriamo che me la cavo”. Per quanto riguarda Pievesestina, secondo il consigliere, prima del collasso ci si sarebbe dovuti rivolgere ai laboratori privati. “E’ come al solito – attacca Erbetta – solo una questione economica: se i tamponi li fanno i privati gli incassi vanno a loro e questo per il budget aziendale è un problema”. L’esponente di Rinascita Civica conclude invitando a ripensare l’Ausl unica della Romagna “che si è dimostrata concettualmente e praticamente deficitaria in caso di emergenza e nella gestione dell’ordinario nei periodi pre e post emergenza”.