Brutale omicidio a Rimini, in via Pola, zona Marina Centro. Nella notte un pensionato di 69 anni, Giovanni Laguardia, ha ucciso la moglie, la 61enne ucraina Vera Mudra, a martellate. Poi ha chiamato la polizia. Erano le 3.50 quando l’uomo, idraulico in pensione, ha composto il numero di emergenza: “Ho perso la testa, ho ucciso mia moglie. Venitemi a prendere”, sarebbero state le poche frasi pronunciate al telefono.
Gli agenti delle Volanti, accorsi sul posto, hanno trovato il 69enne, originario di Matera, ad attenderli in via Destra del Porto, dopo aver vagato in strada sotto choc. “L’ho uccisa”, avrebbe ripetuto ai poliziotti. Che hanno seguito l’uomo in camera da letto, dove si trovava il corpo della moglie. Dai primi accertamenti del medico legale, la 61enne sarebbe deceduta a seguito di un “traumatismo cranico per colpi inferti con un corpo contundente”. Sequestrata l’arma del delitto, un martello, ora nelle mani della Scientifica per gli accertamenti di rito.
Laguardia, dopo aver condotto gli agenti al cospetto del cadavere della consorte, si è chiuso in un lungo silenzio. Trasferito in questura, davanti alle domande del pubblico ministero Luigi Sgambati si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il 69enne è stato sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione. Nel frattempo le indagini della Squadra mobile di Rimini proseguono senza sosta.
Resta da capire cosa abbia spinto l’uomo a compiere un gesto tanto efferato, avvenuto al termine dell’ennesima lite. E’ probabile che l’omicida reo confesso, difeso dall’avvocato Andrea Mandolesi, abbia atteso che la moglie dormisse prima di colpirla con violenza alla testa. Nell’ultimo periodo i rapporti tra i due sarebbero stati piuttosto tesi a causa, sembra, delle pretese economiche della moglie, che avrebbe chiesto più volte del denaro anche per aiutare i figli di lei che vivono in Ucraina. Già domani Laguardia verrà sottoposto all’interrogatorio di garanzia.