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Oasi Montebello. Il comitato chiede ripristino, riduzione non è servita

l'oasi di Torriana

L’Oasi è stata ridotta per limitare la pressione dei cinghiali sui terreni agricoli, ma con le braccate dentro ai vecchi confini sono stati uccisi gli stessi capi dell’anno prima e gli animali in fuga si sono distribuiti su tutto il territorio“. Parte da questa premessa la richiesta del comitato per l’Oasi di Torriana Montebello di ripristinare l’area alle sue dimensioni originali. Il comitato ha incontrato il sindaco di Poggio Torriana e ora chiama a raccolta tutti i primi cittadini della Valmarecchia perché facciano pressione sulla Regione Emilia Romagna che aveva deciso di ridurre l’area protetta di circa i 2/3.

Il fine di quella scelta – spiegano Riccardo Santolini, Daniele Amati, Giancarlo Zoffoli, Nicoletta Ventimiglia del comitato – era quello della riduzione della pressione dei cinghiali sui terreni agricoli. E quindi sono innegabili – proseguono – il fallimento, il danno e il mancato confronto che a nostro parere pongono l’obbligo di ripensare quella sciagurata decisione”.

A conforto di questa tesi il comitato presenta i numeri degli abbattimenti di cinghiali: “nella stagione venatoria 2018/2019 con i confini dell’Oasi ancora intatt sono stati 1.051, a fronte dei 1.053 della stagione venatoria appena conclusa. Praticamente gli stessi capi abbattuti, nonostante si siano svolte braccate con continuità dentro ai vecchi confini dell’Oasi, anche in prossimità del Santuario della Madonna di Saiano, addirittura in concomitanza con le festività più sacre. Oltretutto, i cinghiali cacciati dall’Oasi si sono distribuiti nella pianura coltivata con maggiori danni all’agricoltura”.

Siamo sconcertati dal comportamento della Regione – dicono -. Abbiamo chiesto all’Assessorato regionale competente di rispettare gli impegni assunti dallo stesso prima delle elezioni, ma la nostra motivata richiesta non ha ricevuto risposta, così come i solleciti successivi”.

Il Comitato avanza alcune proposte per risolvere il problema dei cinghiali.

Nel caso in cui – concludono – i punti trovassero consenso, chiediamo ai sindaci dell’Unione di farsi promotori di un tavolo di confronto con la Regione e la Provincia. Al momento rimaniamo in attesa di ricevere cenni di risposta, non solo per noi, ma per riuscire a dire qualcosa alle generazioni future che ci hanno prestato questo territorio”.

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