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Antenne telefonia. Marcello torna all’attacco: si rispettino cittadini

la "non installazione" in via Baroni

Il consigliere comunale Nicola Marcello torna, nella seduta consiliare di oggi, a interrogare sulla questione delle antenne di telefonia e del relativo regolamento comunale. Il tema è la nuova installazione in via Argelli, ma non solo.

“A seguito delle perplessità, delle preoccupazioni segnalatemi dai cittadini residenti nella zona dell’INA CASA e di alcuni sopralluoghi effettuati chiedo la rivalutazione del posizionamento e della installazione dell’antenna in Via Argelli nel cuore del Quartiere 4 di cui sono stato amministratore per 10 lunghi anni”.

Marcello chiede l’interruzione dell’iter dell’installazione dell’antenna e un confronto col locale comitato che ha già raccolto mille firme. “Crescente è la preoccupazione sia dal punto di vista della salute che dell’eventuale danno patrimoniale a carico degli immobili.  Ho già chiesto, pochi giorni fa, tramite accesso agli atti tutta la documentazione autorizzativa sulla antenna in questione e credo che al solito troveremo il parere favorevole di Arpae e la conformità all’attuale regolamento comunale che per la terza volta chiedo di rivedere.  Chiedo tutto ciò soprattutto per il rispetto dei cittadini e per una salvaguardia da probabili effetti negativi magari oggi non noti ma frutto di future evidenze scientifiche.  Sui rischi da campi elettrici e magnetici e sui danni da esposizione alla salute umana esistono numerosissimi studi scientifici, a volte anche con pareri non uniformi, tanti altri ne sono in corso”.

Marcello ricorda: “E’ la terza volta che nel giro di meno di un anno che intervengo contro la installazione di antenne a ridosso di civili abitazioni di luoghi sensibili come scuole o centri anziani”. Prima quella via Selvapiana a Rimini nord: Nel settembre scorso, dopo che i rilievi geologi avevano sconsigliano la installazione dell’antenna nel centro di un podere di via Selvapiana nella zona di Rimini Nord , i proprietari del civico numero 4 della stessa strada, nel giro di una settimana si videro posizionato il manufatto a pochi metri dalla loro abitazione senza nemmeno un minimo di preavviso e con un danno patrimoniale non di poco conto arrecato”.

Poi la recente vicenda di via Baroni a Viserba Monte dove un mese e mezzo fa i cittadini hanno protestato contro la realizzazione (poi temporaneamente sospesa) di un manufatto alto trenta metri “e sito a ridosso di pochi metri dai balconi di un condominio con più di dieci famiglie e con due scuole site al limite della distanza prevista dal regolamento comunale. Della “battaglia” condotta contro la sua installazione dai cittadini e da alcuni consiglieri comunali attendiamo tutti con ansia l’esito dopo la sospensione dei lavori. La risposta fornitami ieri alla mia interrogazione di un mese fa, mi lascia più dubbi di quelli da me sollevati”.

Marcello ha pubblicato la risposta in questione proprio oggi su Facebook contestandone in particolare un passaggio. Nella sua precedente interrogazione scriveva: “La Pubblicazione sull’albo Pretorio Comunale del fine conferenza dei servizi pare sia avvenuta in data successiva all’inizio lavori”. La risposta parla di “affermazione falsa in quanto la pubblicazione è del 23/4/20 mentre la CIL (Comunicazione di Inizio lavori) è del 13/5/20. Pertanto non sussitono i presupposti per procedere con una revoca dell’autorizzazione ovvero ad una interruzione definitiva dei lavori per qualche vizio istruttorio/autorizzativo”.  Sulla sua pagina Facebook Marcello posta una foto del cartello sul cantiere che riporta per la stazione radio base la data di inizio lavori del 14 aprile, quando si cominciò con la gettata di cemento preventiva all’installazione, commentando: “Non credo che nella mia richiesta abbia fatto affermazioni false, mi farò aiutare a capire!”.

Nella sua interrogazione di oggi, Marcello ribadisce poi come nei casi in questione non siano stati rispettati i principi del regolamento comunale che “parla di “minimizzare esposizione elettromagnetica”, “minimizzare l’impatto visivo e paesaggistico ” ( traliccio di 30 metri!) , “privilegiare gli insediamenti in aree non adiacenti ad abitazioni private”, promuovere “la corretta informazione” dei cittadini”. Senza tralasciare “un principio forse meno astratto e nobile ma direi di prim’ordine per tanti cittadini che hanno contratto un mutuo per l’acquisto della propria casa : “ la svalutazione economica dell’immobile o dell’area”.

Marcello chiude l’interrogazione chiedendo “Una revisione urgente del Regolamento Comunale sulla telefonia mobile adottando come criterio prioritario quello della lontananza dalle civili abitazioni di almeno 150 metri e di ubicare gli impianti solo su terreni di proprietà Comunale”.

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