Per l'agricoltura pesanti danni dalla gelata
La Regione Emilia Romagna fa sapere che è già attiva una procedura semplificata e completamente online, che sostituisce pec ed email, per la segnalazione dei danni da avversità atmosferiche, collegandosi alle pagine: http://agricoltura.regione.
I servizi territoriali della Regione, compatibilmente con le restrizioni agli spostamenti dettate dell’emergenza Coronavirus, procederanno poi alle verifiche necessarie per stabilire l’entità dei danni che in questa prima fase non è ancora possibile quantificare.
Spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi: “Già da questa mattina ci siamo subito attivati per verificare l’impatto delle gelate tardive sulla produzione di frutta e verdura e per capire quali possibili meccanismi potremo mettere in campo a sostegno di un comparto fondamentale per l’intera regione. Attraverso Arpae abbiamo fatto una prima mappatura delle zone interessate dalle gelate che riguardano in maniera diffusa tutta la pianura in cui si sono registrati valori inferiori a -5°. Al momento- chiude Mammi- è ancora prematuro fare una stima precisa dei danni ed è bene seguire il sistema di allerta di Arpae per attivare, laddove presenti, sistemi di prevenzione e tutela dei frutteti perché l’influsso di aria fredda continuerà anche nei prossimi giorni, seppure con punte meno estreme nelle minime”.
Cia-Agricoltori Italiani Romagna sollecita gli associati a segnalare attraverso foto, telefonate, messaggi la situazione nei campi dopo la gelata della scorsa notte per poter procedere poi alle verifiche del caso. Che potesse essere una nottata critica per l’agricoltura romagnola era stato annunciato dalle previsioni meteorologiche dei giorni scorsi ma – spiega l’associazione – lo è stata molto più di quanto si fosse ipotizzato.
Sono in corso verifiche per cercare di capire quali conseguenze ci saranno sulle colture e sull’economia, non solo delle imprese agricole. Alcuni agricoltori, dopo questa pesante gelata e dopo avere eseguito le prime visite in campo nella mattinata del 24 marzo, temono di non poter neppure raccogliere albicocche e pesche quest’anno. Per avere la certezza del danno e della sua profondità – spiega la Cia – è necessario attendere alcuni giorni, ma le previsioni non promettono bene.
“Per quanto riguarda le gelate, in questa fase non possiamo fare altro che rilevare e segnalare i danni. Partendo dalla considerazione che molte aziende non sono in grado di sopportare questa ulteriore calamità, cercheremo di trovare tutte le soluzioni possibili per sostenerle – sottolinea Misirocchi – Sappiamo che non sarà facile e scontato, in particolare in questo momento drammatico per il nostro Paese con tutte le ripercussioni che vi saranno anche sull’economia; ma lo faremo con tutte le nostre forze cercando alleanze, dal momento che le ripercussioni negative ricadranno sul tessuto economico locale per via dell’indotto che attiva la nostra attività”.
Anche Coldiretti Emilia Romagna esprime forte preoccupazione: in Romagna danni importanti ad albicocchi, peri e meli, oltre alle pesche alle nettarine, che avevano già terminato la fioritura e sono rimasti sotto zero per circa dieci ore, fra ieri notte e stamattina. Gelate anche per i kiwi gialli, che subiscono danni gravi già a zero gradi.
La conta dei danni è già iniziata – informa Coldiretti Emilia Romagna – anche se è presto per una stima che sarà comunque di diversi milioni di euro. Ma è allarme anche per 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale che sono state ingannate dal caldo e sono uscite dagli alveari ed ora rischiano di subire pesanti perdite. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.