Proprio nella mattinata di oggi (mercoledì) i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini stanno dando esecuzione ad un provvedimento con cui la Procura ha esteso il decreto di sequestro emesso dal GIP nel dicembre 2018, ai beni immobili del principale indagato dell’operazione “Galateo”. Nonostante risultasse nulla tenente si è appurato avesse la diretta disponibilità – per il tramite di una società immobiliare a sua volta “schermata” da compagini estere (con sedi a Dubai e Hong Kong) – di un importante patrimonio immobiliare, costituito da due ville di lusso (di oltre 26 vani e 900 mq) e altri 5 immobili per complessivi 500 mq (accatastati quali depositi e garage), per un valore stimato di oltre 7 milioni di euro.
Il sostituto Procuratore Paolo Gengarelli ne ha ordinato il sequestro. Nel dicembre 2018 (vedi notizia) il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria aveva fatto luce su una sofisticata frode fiscale internazionale nel settore del commercio all’ingrosso di apparati elettronici ed elettrodomestici, accertando l’emissione di fatture false per oltre 108 milioni di euro. Coinvolte le province di Rimini, Forlì, Ravenna e Brindisi ma anche San Marino e il Regno Unito. In seguito ad un provvedimento del Gip era stato disposto il sequestro di beni e disponibilità finanziarie fino all’ammontare dell’IVA evasa, stimata in 13,5 milioni di euro.
In tutto erano state 45 le persone coinvolte, di cui cinque hanno utilizzato fatture false. Tra loro anche due riminesi di 63 e 64 anni che si alternavano nella gestione della medesima società. Gli altri 40 indagati, invece, sono tutte “teste di legno” che fungevano da prestanome.
La frode carosello (perpetrata dal 2009 al 2015), per effetto dell’Iva non versata a monte consentiva a numerose imprese nazionali, destinatarie finali, di effettuare acquisti a valori sensibilmente inferiori a quelli di mercato, determinando così una concorrenza sleale sul mercato e realizzando ingenti profitti a discapito dell’erario. Le indagini, durate oltre due anni, hanno riguardato in totale 56 società, di cui 38 in Italia e 18 con sede all’estero.
In quell’occasione, le operazioni di sequestro avevano consentito di reperire e sottoporre a sequestro beni e disponibilità finanziarie per “soli” 6 milioni di euro e pertanto i finanzieri hanno avviato nuove investigazioni finalizzate ad individuare ulteriori beni da sottoporre a sequestro al fine di soddisfare integralmente il decreto del Gip di Rimini e quindi l’intera pretesa erariale.
Le indagini si sono subito focalizzate sul principale indagato, il quale, pur risultando nulla-tenente per il Fisco, aveva continuato a ostentare, anche dopo il sequestro, un elevatissimo tenore di vita di gran lunga superiore alle proprie possibilità, potendosi permettere autovetture di grossa cilindrata e svariati viaggi di lusso in prestigiose località turistiche internazionali.