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E per invitare a denunciare

Hate speech, un video per far sentire quanto pesano le parole

In foto: dal video
dal video
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mar 17 dic 2019 12:56 ~ ultimo agg. 7 gen 16:11
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E’ stato presentato questa mattina dall’assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini, Gloria Lisi, il video “Ti sembra più reale così” realizzato all’interno della Rete antidiscriminazione sull’hate speech. nel mondo dei social network i cosiddetti “haters”, cioè coloro che “odiano” (dall’inglese “hate”) avvelenano le discussioni con i loro commenti e post improntati ad aggressività e violenza nei confronti di determinate categorie.

Le parole sono importanti. Non passano, restano. Possono infangare, offendere, ferire. Oggi le parole si dicono senza pensare alle conseguenze.  Parole violente nei post dei social network, nelle pagine dei giornali, in televisione:  ecco perché  la Rete contro le discriminazioni riminese ha pensato a un breve spot (da diffondere sul web) utile ad attivare una campagna di riflessione sull’hate speech e sulle forme di bullismo verbali più diffuse, attraverso il contributo degli sportelli “antenna” della rete regionale contro le discriminazioni: le frasi lette nel video sono tutte reali. Le segnalazioni sono state circa una trentina tra il 2018 e il 2019 su tutto il territorio provinciale. E’ possibile inviare le segnalazione all’email nodoantidiscriminazione@comune.rimini.it

La presentazione del video:

Le vittime, e gli operatori, ci mettono la faccia

Il tema dell’hate speech è stato anche l’oggetto del video, pensato come attività di sensibilizzazione svolta sulla falsa riga di Fa’ la cosa giusta di Spike Lee. Il video è stato realizzato con il contributo di vittime reali dell’hate speech, persone che cioè hanno realmente ricevuto insulti attraverso i socialweb, degli operatori degli sportelli e di persone che a titolo del tutto volontario hanno deciso di prestare la loro bocca per far sentire l’”hate speech”. La ricerca e lettura in gruppo dei testi insultanti utilizzati per il filmato e il making of stesso del video sono stati momenti di forte coinvolgimento emotivo per tutti i presenti e hanno rappresentato un potente mezzo di condivisione e conoscenza reciproca.

Realizzato con l’aiuto dello studio grafico 15>19, il video-spot ha visto come veri e propri protagonisti le vittime di “Hate speech” e gli operatori delle antenne della Rete. L’ideazione e la sceneggiatura del filmato sono state realizzate in più step, unendo le idee del gruppo di operatori della Rete e dei creativi che i si sono a lungo confrontati per “ottenere” uno script adatto e funzionale a rendere il senso del messaggio da comunicare. Ogni membro della Rete è stato coinvolto affidandogli il compito di trovare un testo, contenente gli insulti che più frequentemente si trovano social web e più rappresentativi degli stereotipi contro un determinato target (stranieri, donne, i disabili, omosessuali, etc.). I corposi copioni sono stati poi selezionati e scremati fino ad ottenere un solo testo uno per ogni categoria-target. Il testo è stato poi letto e “messo in scena” in una sala video registrazione professionale; alcuni operatori della Rete si sono resi disponibili nel ruolo di attori-lettori-testimonial del video-spot realizzato. Proprio il percorso di ideazione e produzione del video è stato il vero valore aggiunto del progetto, una sorta di presa di consapevolezza di operatori e vittime sulla necessità di “metterci la faccia”.

foto di gruppo alla presentazione

Il video-spot ha una durata di circa 60 secondi ed è stato pensato quale strumento multimediale divulgativo facilmente pubblicabile su social network, sui siti istituzionali degli Enti Locali e delle associazioni / enti del terzo settore.

Le segnalazioni sono state circa una trentina tra il 2018 e il 2019 su tutto il territorio provinciale. E’ possibile inviare le segnalazione all’e-mail nodoantidiscriminazione@comune.rimini.it

Le risorse ricevute in virtù della a sottoscrizione dell’”Accordo con  la Regione Emilia-Romagna per la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e informazione, sono state impiegate per organizzare le attività di informazione e sensibilizzazione. E’ stato così realizzato un seminario in-formativo e di aggiornamento delle competenze finalizzato ad acquisire una maggiore consapevolezza e capacità di analisi di fenomeni legati a razzismo, sessismo e omofobia, rivolto in particolare agli operatori dei punti anti-discriminazione, agli assistenti sociali, agli operatori dei servizi, educatori/operatori del Terzo Settore e più in generale alla cittadinanza interessata un approfondimento sul tema delle discriminazioni e delle misure a contrasto dell’ “hate speech”. Il seminario si è tenuto a Palazzo Buonadrata nelle giornate del 18 e 19 luglio ed è stato condotto dal dott. Udo Enwereuzor, responsabile tematico COSPE su Migrazioni, Minoranze e Diritti di Cittadinanza.

 

 La Rete Regionale contro le discriminazioni

il Comune di Rimini aderisce alla “Rete Regionale contro le discriminazioni” e, in qualità di comune capoluogo, gestisce il “Front office cittadini stranieri – Rete assistenza extraUE” con la funzione di Nodo della Rete regionale. tale funzione consiste nel coordinamento delle attività finalizzate all’antidiscriminazione degli sportelli territoriali, diffusi sul territorio provinciale, aventi funzione di antenna; il “Nodo” di raccordo si occupa di attività informative, promozionali, di sensibilizzazione, di raccordo con i nodi antenna e implementazione delle risorse informative a disposizione della rete locale e ovviamente di ricevimento, orientamento e consulenza nei confronti dell´utenza, raccolta segnalazioni. Mentre le antenne (che possono fare capo a enti locali, organizzazioni del terzo settore, sindacati, associazioni di categoria, ecc) , possono svolgere, oltre ad attività informative, promozionali e di sensibilizzazione, la funzione di punti di accesso per l´utenza; oppure  essere semplici nodi della rete in grado di fornire indicazioni  ai punti di referenza e agli sportelli.

 

Soggetti coinvolti

Comune di Rimini, Sportello sociale, Agenzia regionale per il lavoro, Azienda Usl di Rimini, Front office cittadini stranieri del Comune di Rimini, Sportello Informativo consulenza immigrati dell’Unione dei Comuni Valmarecchia, Sportello immigrati del Comune di Bellaria – IgeaMarina, Sportello immigrati Comune di Riccione, Sportello informa immigrati del Comune di Cattolica, Sportello immigrati di Misano, Sportello immigrati di Coriano, Arci comitato provinciale Rimini, Associazione Arcobaleno, Anolf Rimini, associazione Volontarimini, Associazione Rompi il Silenzio, Cgildi Rimini, Associazione Rumori Sinistri, No Border, Arcygay Rimini e Uisp Rimini, Associazione Madonna della Carità, Associazione comunità Papa Giovanni XXIII, Croce Rossa comitato di Rimini.

I dati

Casa delle donne

Al 31 ottobre 2019 sono stati 215 gli accessi registrati alla Casa delle donne di piazza Cavour, il punto di informazione e ascolto aperto in piazza Cavour dal lunedì al venerdì dalle 9 alle ore 13  dedicato alle donne che hanno subito violenza, stalking, che hanno bisogno di supporto psicologico o di consulenze legali. La Casa delle donne ospita anche quattro specifici sportelli attivi in orario pomeridiano: quello di Rompi il Silenzio (72 accessi), lo sportello legale (30), lo sportello per il sostegno psicologico (180) e lo sportello commercialisti, per un totale complessivo tra Casa delle donne e Sportelli di 497 accessi.

Rompi il silenzio

Nel 2019 (dati al 31 ottobre) sono state 236 le donne, in prevalenza italiane, accolte e seguite da Rompi il Silenzio, l’unico centro antiviolenza attivo sul territorio provinciale. Sono donne che si sono rivolte all’Associazione a seguito di varie forme di violenza, prima di tutto psicologica, e a seguire fisica, economica e sessuale. Sono invece 20 le donne ospitate, con 24 figli minori, nelle 4 case rifugio.

Progetto Dafne

Il “Progetto Dafne” è un progetto dell’Ausl Romagna finalizzato alla individuazione delle strategie e degli interventi rivolti alle donne che subiscono violenza. Nel 2019 (dati del primo semestre) sono state coinvolte nel progetto 144 donne, di cui 49 straniere (in particolare provenienti dall’Albania, Romania, Ucraina, Senegal, Russia e Brasile), con un’età media di 38 anni. Donne che hanno subito violenza psicofisica, nella prevalenza dei casi dal partner o dall’ ex compagno.

Progetto LDV (Trattamento uomini maltrattanti)

Fino al 31 ottobre i contatti ricevuti dal ‘Centro di accompagnamento al cambiamento degli uomini  LDV Liberiamoci dalla Violenza’, promossa da Regione Emilia Romagna e AUSL Romagna, sono stati in totale 216 di cui il 23% con contatto diretto dell’uomo, il 28% da un contatto del partners, il 42% dai servizi sociale o rete sanitaria e il 7% altri enti locali come l’UEPE e il CAV.  Il servizio ha preso in carico 31 uomini di cui il 72 % di nazionalità italiana e il 28% stranieri.