Il nuoto è da sempre una delle attività grandi numeri della Polisportiva Garden. Sono 618 i giovani nuotatori da tre mesi a 17 anni (più di 700 compresi gli adulti), che frequentano i corsi della piscina di via Euterpe, equamente divisi tra vasca grande e vasca piccola.
E lo staff del Garden propone corsi per tutte le età e le esigenze, cercando di esaudire al meglio la forte richiesta anche con il progetto della nuova piscina da otto corsie e i nuovi spogliatoi. Ci racconta come è organizzato il settore nuoto al Garden Giorgia Sabatino, coordinatrice del settore, ex atleta agonista e attuale Master che ha sviluppato la sua carriera natatoria sempre nelle acque della Polisportiva.
“Da 13 anni facciamo un corso neonatale, chiamato “Acquarello”, per bambini da tre mesi a un anno, attualmente ne abbiamo 23, mentre sono 20 i bimbi da un anno/un anno e mezzo a tre anni – attacca Giorgia -. Per i più piccoli ci vuole un momento tranquillo, in una vasca riscaldata con acqua a 33 gradi, senza musica, pertanto il corso si tiene di sabato mattina, ma, vista l’alta richiesta ci stiamo organizzando per proporlo anche in altri orari. Per il bambino è molto naturale stare in acqua: a quell’età è stato più dentro l’acqua che fuori. Fino a 7-8 mesi nel neonato rimane vivo il riflesso vagale, quello che ci fa trattenere il respiro. Noi lo teniamo attivo per le prime immersioni perché se lo vai a stimolare poi al bambino viene in automatico trasformandolo in apnea. Insieme ai neonati in acqua ci devono essere sempre i genitori perché è un’esperienza di condivisione emozionale e fisica.
La lezione si sviluppa molto nel rapporto tra il bambino ed il genitore: fanno esercizi insieme, vanno sott’acqua insieme. Ci sono bambini che appena li appoggi dentro l’acqua iniziano a muoversi. L’uomo non nasce con la paura dell’acqua: o gli viene trasmessa dai genitori o è successo qualcosa in un’età più evoluta. Anche i bambini da un anno e mezzo a tre anni vanno in acqua con i genitori e la lezione è improntata sotto forma di gioco, in modo fantasioso, con il bambino al centro: lavoriamo sugli spostamenti autonomi facendo anche immersioni. I bambini in acqua vorrebbero fare le stesse cose che fanno fuori acqua. Noi sfruttiamo gli schemi motori di base, le prime capacità coordinative e li facciamo entrare in un mondo fantastico: “mi trasformo in un pesce, in un delfino, in uno squalo”. Io prendo molto spunto dai bambini, li ascolto ed entro nel loro mondo fantasioso e i genitori ci aiutano in questo e spesso ci dicono che durante il corso tornano un po’ bambini anche loro.
La fase successiva, che noi chiamiamo acquaticità, va dai tre ai quattro anni. Si svolge sempre in vasca piccola e non c’è più il genitore in acqua con il bambino, ma due istruttori, questo per una maggiore sicurezza e perché ogni bambino abbia il suo momento con l’insegnante. Tutto viene proposto anche in questo caso sotto forma di gioco, ogni giorno c’è un attrezzo nuovo. Siamo nella prima fase della socializzazione, dell’io in mezzo agli altri, e inizia il distacco dai genitori in un ambiente senza rischi. Poi si usa un attrezzo, lavorando con la fantasia: un tubo diventa così un bastone di liquirizia o uno spaghetto, oppure giochiamo a fare la spesa. La lezione si conclude con i tuffi ed il saluto alla piscina, un momento di gioco per terminare in modo ludico la lezione.
Dai quattro anni fino a che non sono autonomi (in un’età che varia, a seconda dei bambini, dai cinque ai sette anni, ndr) i bambini frequentano il corso evoluto in vasca piccola, dove imparano a “volare”. Gli insegniamo il galleggiamento e la respirazione, che è la fase più importante, più della tecnica. Sempre sotto forma di gioco, l’obiettivo è lo spostamento autonomo dove i bambini non toccano. Il cagnolino è la prima tecnica che un bambino apprende per spostarsi. Non mi piace lavorare per età, il bambino va in vasca grande quando è in grado di
andarci. Gli insegniamo benessere e tranquillità”.
Si inizia poi a lavorare sui diversi stili, dividendo i bambini a seconda delle abilità.
“I nostri corsi sono accademici e viene valutato ogni tre mesi lo stato di avanzamento dei partecipanti. Ogni livello ha il nome di un animaletto, sempre in ambito acquatico: si va dalle ranocchie agli squali. Solo una volta passati in vasca grande si inizia a lavorare sulla vera e propria tecnica degli stili perché prima dei sei anni e mezzo-sette i bambini certe capacità coordinative non le sviluppano. Sono quattro i livelli: uno è un prolungamento della vasca piccola, ci sono poi i principianti, gli intermedi e gli evoluti. Nel corso principianti si insegnano dorso e stile libero, nel corso intermedi si perfeziona lo stile libero e si inizia ad imparare la rana, nel corso evoluti si perfeziona la rana e si impara il delfino. Iniziano in questa fase gli allenamenti veri e propri: iniziamo a lavorare sulle distanze e a tempo”.
La squadra agonistica del Garden è formata dai bambini e ragazzi che escono dai corsi di nuoto.
“Quando faccio le valutazioni selezioniamo i bambini che hanno la capacità per entrare nella pre-agonistica, tra i 6 e gli 8 anni, proprio in questo periodo stiamo selezionando tra i 2011, 2012 e 2013 i futuri pre-agonisti. Tra gli evoluti abbiamo parecchi adolescenti”.
Accanto agli istruttori ci sono figure altrettanto importanti per i bambini.
“L’assistenza è formata da ragazzi che non sono istruttori di nuoto, ma che sono fondamentali: prendono i bambini dallo spogliatoio e li portano in piscina, sono i nostri “vigili” perché svolgono una funzione di salvataggio e danno una mano in piscina grande. Poi, a fine lezione, riportano i bambini negli spogliatoi e li aiutano a fare la doccia. Noi riconsegniamo i bambini ai genitori già lavati, li devono solo vestire. Questo anche per favorire l’attività sportiva dell’adulto, che durante la lezione del figlio può andare a nuoto o in palestra”.
I nostri articoli sul Garden Sporting Center.