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Scuole paritarie. Al convegno FISM si parla di risorse

il presidente Iemmi

Oltre 700, tra insegnanti, pedagogiste e gestori, hanno riempito il PalaCongressi di Bellaria Igea Marina per il convegno “Da protagonisti del sistema educativo nazionale” organizzato dalla Fism (Federazione italiana scuole materne) dell’Emilia-Romagna.

Il presidente della Fism regionale Luca Iemmi ha ricordato la presenza significativa delle materne paritarie in Emilia-Romagna dove 1 bambino su 3 frequenta le scuole Federate Fism. E ha fatto il punto sulle risorse provenienti dal Fondo nazionale integrato 0-6 anni. “In questo periodo di applicazione della legge” ha affermato “come Federazione abbiamo avuto rapporti ottimi con i nostri interlocutori: la Regione e l’Anci. Questo non significa che non ci sia state criticità. Anche la maggioranza dei Comuni si adopera per l’applicazione della normativa non mancano Comuni (anche capoluoghi di provincia) che non distribuiscono risorse ai nidi e alle scuole dell’infanzia paritarie facendosi scudo della libertà che la legge gli concede. La nostra proposta, prima di tutto al governo, è che tutti i Comuni siano obbligati a distribuire alle scuole paritarie e quindi anche a quella della Fism i fondi previsti. Chiediamo nel riparto per le paritarie si arrivi ad almeno il 10% da destinare al segmento 3-6 a fronte del 5% attuale ”.

“Prima che si concluda la legislatura convocheremo tutti i Comuni con un obiettivo: convincerli che i fondi della legge su 0-6 anni debbano essere destinati all’ abbattimento delle rette e nello stesso tempo raggiungano tutto il sistema integrato, comprese le scuole paritarie”. Lo ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini nel corso del suo intervento.

Bonaccini, confermando per il prossimo riparto il tetto del 10% e l’suo del Fondi europei, ha insistito sulla necessità di tenere in equilibrio welfare e sistema educativo e ha ricordato che i recenti dati Invalsi hanno rivelato che i risultati migliori li hanno ottenuti gli studenti che hanno frequentato nido e scuola dell’infanzia. In questa prospettiva ha lanciato una proposta: “Confido che il servizio educativo 0-3 anni possa diventare scuola dell’obbligo”. Bonaccini ha insistito sulla necessità dell’accreditamento per mantenere alta la qualità. Tra le proposte del presidente Iemmi un rilancio a tutto campo delle convenzioni. “Ci sono ancora Comuni che non hanno convenzioni e questo per esplicita volontà politica degli Enti. In questo modo si preclude a molti bambini la possibilità di accedere ai contributi per l’abbattimento delle retteed alle scuole di non potere ricevere i contributi sulla legge regionale pe servizi educativi n.19/16 e per il Fondo del sistema integrato 0-6. La nostra proposta, in questo caso, è la presentazione di una convenzione regionale per i nidi da consigliare agli enti locali”.

La convention è stata aperta da un messaggio videoregistrato del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale regionale. “Spesso” ha detto l’arcivescovo di Bologna “la politica fa un uso strumentale dell’educazione. Tocca a noi sottrarla a questo atteggiamento consumistico. La Chiesa farà di tutto per aiutarvi”. Da parte sua Luigi Morgano, segretario nazionale della Fism, ha annunciato che la Federazione ha richiesto più fondi per l’inclusione così come raccomanda anche l’Europa. L’eurodeputata Elisabetta Gualmini ha evidenziato la parola reciprocità. “Bisogna avere il coraggio di riconoscere che all’interno di un sistema integrato la scuola paritaria ha una funzione pubblica”. Un concetto ribadito da Marilena Pillati in rappresentanza dell’Anci. “Non esistono bambini comunali, statali, paritari ma solo bambini. In un sistema integrato le parti non devono semplicemente coesistere ma collaborare a un sistema dove la qualità sia messa a disposizione di tutti”. Presente al convegno anche Francesca Puglisi, sottosegretaria al welfare che ha difeso la rivoluzione culturale della normativa. “Quello che è certo” ha concluso “è che non ci possono esse più Comuni che fanno finta di ignorare che ci sono loro cittadini che frequentano le scuole paritarie”.

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