Anche quest’anno, per il sesto di fila, un gruppo di ragazzi tra i 14 e i 26 anni della provincia di Rimini, accompagnati dagli educatori del Centro Giovani Rm25 di Rimini e di quello di Cattolica e San Giovanni, ha scelto di partecipare a E!state Liberi, progetto dell’Associazione Libera finalizzato alla valorizzazione e alla promozione del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.
Il viaggio è stato reso possibile grazie a finanziamenti ottenuti dall’Associazione Sergio Zavatta Onlus e APS Alternoteca all’interno dei Piani di Zona di Rimini e della Legge Regionale 14.
Siamo partiti lunedì di buon mattino alla volta di Pugliano di Teano, dove siamo stati accolti da Stefano, Elena, Gianfranco e Fabio, ragazzi del posto che hanno deciso di fare qualcosa di tangibile per il proprio territorio costituendo la Cooperativa Sociale “La Strada”.
Insieme si occupano della gestione del bene confiscato al clan Magliulo, che comprende una casa con un giardino esterno e alcuni campi in cui sono coltivate olive, canapa e ceci.
E’ stato commovente vedere la passione e l’impegno che hanno messo nel raggiungere il loro sogno, che è diventato presto anche il nostro: inaugurare il sabato seguente la struttura confiscata, rinominata Casa Michè, per metterla finalmente a disposizione della comunità, e in particolare delle persone che la società troppo spesso dimentica o finge di non vedere, i disabili e chi in generale deve fare i conti con un passato difficile, contribuendo così a far crescere il territorio e coloro che lo vivono ogni giorno, facendo riacquisire loro fiducia in se stessi e nella comunità che li circonda attraverso un percorso virtuoso di economia sociale.
Il bene, non a caso, è stato intitolato ad Antonio Landieri, un giovane ucciso nel bar sotto casa in un agguato camorristico perché scambiato con uno spacciatore. Si tratta, infatti, della prima persona con disabilità vittima innocente dei clan, impossibilitato a poter scappare a causa della sua difficoltà motoria.
Ma durante la settimana i veri protagonisti sono stati i ragazzi.
In questo particolare momento storico in cui i giovani vengono spesso descritti come poco inclini al sacrificio, non è stato per nulla scontato notare come abbiano scelto di trascorrere una parte delle loro vacanze lavorando e mettendosi al servizio della comunità per contribuire a realizzare qualcosa di significativo, vederli correre tra i campi con il sorriso, desiderosi di imparare, migliorarsi e rendersi utili, sempre pronti ad aiutare chiunque ne avesse bisogno.
E’ stato davvero emozionante constatare come siano cresciuti in poco tempo e come si siano impegnati per terminare i lavori di ristrutturazione della casa per il giorno dell’inaugurazione, che coincideva con il Festival dell’Impegno Civile, guidati e supportati dai ragazzi della cooperativa, che hanno condiviso con noi momenti indimenticabili: stuccare, scartavetrare, verniciare, pulire, lavare, montare un impianto elettrico, coltivare la terra ma anche e soprattutto i nostri sogni, perché insieme niente è impossibile, basta crederci.
Vedere i loro volti affaticati e stanchi durante le numerose testimonianze, ma i loro occhi felici e inumiditi dalla commozione ci ha reso orgogliosi di loro, perché hanno contribuito a qualcosa di bello, che infonde speranza e fiducia nel futuro. Si sono sentiti parte di qualcosa di più grande, si sono sentiti dalla parte giusta e hanno vissuto un’esperienza unica, che è difficile descrivere a parole, perché le emozioni prendono il sopravvento.
Siamo stati fortunati a vivere questa avventura, davvero totalizzante e piena di significati: abbiamo condiviso tutto, piccole e grandi cose, risate, lacrime, pensieri, parole, musica, lavoro, formazione, impegno, testimonianze, un bagaglio incredibile che sarà impossibile dimenticare.
Ognuno di noi ha lasciato a Teano un pezzo di sé, tanti piccoli pezzi che, insieme, hanno reso possibile qualcosa che fino a pochi giorni fa sembrava difficilmente realizzabile.
Una volta tornati a casa, restano i ricordi e la nostalgia per un luogo e per delle persone speciali, che ci hanno accolto, aiutato e insegnato a credere ancora a valori al giorno d’oggi sottostimati come la solidarietà, l’uguaglianza e la difesa dei più deboli.