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seconde generazioni

Più di 4 mila gli studenti stranieri nelle scuole riminesi

di Redazione   
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lun 14 gen 2019 15:45 ~ ultimo agg. 16 gen 19:48
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Prevenire l’abbandono scolastico tramite la formazione pomeridiana, l’approfondimento dell’italiano, laboratorio di conoscenza e promozione delle culture, l’incontro e l’inclusione sociale delle famiglie. Il Comune di Rimini Conferma anche quest’anno il progetto Seconde generazioni, dedicato al contrasto dell’abbandono scolastico dei ragazzi nati in Italia da genitori stranieri.

La popolazione scolastica di bambini e ragazzi stranieri nella Provincia di Rimini è costituita complessivamente da 4.342 persone, frequentanti la scuola primaria (1.985), secondaria di primo grado (913) e secondaria di secondo grado (1.444).

Questa componente costituisce il 13,8% dei frequentanti la scuola primaria, il 10,9% dei frequentanti la scuola secondaria di primo grado ed il 10,3% dei frequentanti la scuola secondaria di secondo grado. (fonte: Osservatorio scolastico provinciale, rapporto 2018/19). La tendenza discendente delle percentuali rappresenta un indicatore del fenomeno della dispersione scolastica dei giovani stranieri, che più frequentemente degli italiani rinunciano a proseguire od interrompono gli studi dopo l’assolvimento dell’obbligo scolastico. Le difficoltà di inserimento nella scuola secondaria superiore risulta confermata dall’elevata presenza di giovani stranieri nell’ambito della formazione professionale, dove la presenza di ragazzi stranieri raggiunge il 26,2%.

“Anche grazie a questo progetto – spiega Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – dal 2013 ad oggi, sono stati 2.600 gli immigrati di 63 diverse nazionalità che hanno preso parte ai corsi di italiano tenuti da 32 insegnanti volontari . Corsi che puntano all’integrazione del minore e della sua famiglia grazie al coinvolgimento relazione di tutto il tessuto relazionale, sociale e famigliare dei minori. Azioni concrete che, oltre a puntare su una migliore esperienza scolastica dei minori, punta a creare i presupposti per un pieno inserimento sociale della famiglia di riferimento, coinvolgendola attivamente nelle attività”.