Quattordici città, quattordici storie, quattordici cammini verso la cittadinanza di altrettanti ragazzi nati o cresciuti qui da genitori che hanno deciso di costruire in Italia il loro futuro: è Meet Generation, il nuovo programma del gruppo Icaro.
Si comincia giovedì 8 novembre da Riccione, dove si svolge la storia di Mamadou, protagonista della prima puntata e poi si prosegue per tutto lo stivale, passando da Matera, Napoli, Genova, Brescia, Cuneo, Andria, Trento, L’Aquila, e altre città.
“Il programma nasce da un’idea di Francesco Cavalli, già tra gli ideatori del format della nota trasmissione di Rai Tre Radici, l’altra faccia dell’immigrazione, che racconta storie di immigrazione in Italia di successo, ripercorrendo la vicenda dei protagonisti, andando insieme a loro a visitare il paese di origine, dopo anni di assenza – racconta Serena Saporito, giornalista di Icaro che ha curato il programma e ha girato l’Italia per conoscere e intervistare i proragonisti delle storie raccontate – Meet Generation racconta invece le storie di chi in Italia c’è nato o qui è arrivato negli anni della sua formazione e che qui intende costruire il proprio futuro, da italiano a tutti gli effetti, anche se formalmente, spesso, privo della cittadinanza.
Un iter non facile, dato che dopo la fine del dibattito sulla proposta di legge sullo ius soli – praticamente svanita nel nulla – questo tema è completamente sparito dalla scena pubblica, ma rimane sotto traccia nel programma anche se mai invocato direttamente dai protagonisti, “che semplicemente raccontano la propria esperienza di vita – continua Serena – andando di fatto oltre quel dibattito e descrivendo che cosa per loro significa o significherebbe ottenere la cittadinanza italiana. Un tema che, comunque, rimane in secondo piano, perché quel che sta al centro della scena è appunto la vita quotidiana di questi ragazzi, che scorre in tutto e per tutto simile a quella dei coetanei italiani che hanno incontrato sulla loro strada”.
E’ proprio questo il cuore del racconto: l’incontro con un italiano che più di altri ha segnato la loro vita, in qualità di compagno di scuola, collega di lavoro, amico, fidanzato, perché anche se la politica congela il cambiamento, questo avviene, continua a scorrere nella vita reale.
In giro per l’Italia ma si comincia da Riccione. Chiara è una giovane studentessa universitaria, ha un fratello che studia Medicina a Bologna. Fa la pendolare e vive con la madre, il padre e… Mamadou: un ragazzo senegalese della sua stessa età. Scaduto il tempo dell’accoglienza in uno Sprar, Mamadou non avrebbe saputo dove andare, ma la famiglia di Chiara ha deciso di accoglierlo in casa. Lui ora studia all’alberghiero, lavora in un ristorante in spiaggia, si allena da podista e nel tempo libero esce con gli amici e la “sorella” Chiara. E per il suo futuro sogna che tutto resti così, a casa sua qui in Italia.
Insieme a Mamadou e agli altri ragazzi e ragazze di Meet Generation scopriremo 14 storie diincontri eccezionali, dove la differenza della cultura di origine, delle tradizioni, diventa arricchimento reciproco per i due giovani protagonisti che conosceremo in ogni puntata.
“Girare Meet Generation in giro per l’Italia è stata un’esperienza forte nel momento storico che stiamo vivendo, in cui il tema immigrazione è quotidianamente presente sulla bocca di tutti, sotto forma soprattutto di generalizzazioni e stereotipi – prosegue Serena – Succede anche adesso, che stiamo girando le ultime puntate: ti alzi alla mattina e ascolti il telegiornale, con le ultime dichiarazioni di guerra all’immigrazione e poi vai a passare la giornata insieme a un ragazzo che oggi lavora come chef in un bel ristorante alla moda, ma che semplicemente non avrebbe dovuto arrivare qui secondo la logica di certe leggi che oggi si stanno elaborando. Sayd lo abbiamo incontrato a Matera ed è la storia che ci ha fatto più tenerezza: quella di un bambino egiziano, arrivato qui per mare quando aveva solo tredici anni, una decina di anni fa. La storia di Sayed, invece, è quella che ci ha fatto più rabbia: fuggito dall’Iran perché condannato a morte dal regime dopo aver partecipato alle rivolte del 2011, quando l’hanno scaricato dal camion container che aveva pagato profumatamente, non sapeva neppure dove fosse: era partito per andare in Inghilterra, ma il suo viaggio è finito davanti alla stazione di Milano. A Belluno abbiamo a lungo dialogato con Damigela. Quando si è iscritta alle scuole superiori, ai genitori avevano suggerito di farle fare un istituto professionale, visto che con la lingua italiana era indietro, arrivata com’era alla fine delle scuole medie dall’Albania. Lei: che oggi è una docente universitaria e una consigliera comunale. E poi c’è chi è nato qui e che solo negli ultimi anni – a riprova di come stiano andando le cose – ha provato sulla sua pelle cos’è il razzismo: come Yahia, studente di scienze politiche internazionali a Firenze. Io e la troupe (con me Enrico Guidi e Marco Colonna) siamo stati fortunati a fare questo viaggio in un momento come questo. E infine vorrei ringraziare le emittenti TV aderenti al circuito Corallo che hanno partecipato alla realizzazione del programma aiutandoci a trovare le storie e fornendo tutto l’appoggio logistico necessario, nelle loro sedi e con i loro operatori”.
Meet Generation andrà in onda in 35 tv locali in tutta Italia, aderenti al circuito Corallo, produttore del programma, di cui fa parte anche Icaro Tv, che attraverso la propria casa di produzione, Bottega Video (realizzatrice anche del programma di Rai Tre “Radici, l’altra faccia dell’immigrazione”) lo ha realizzato. Su Icaro TV, canale 91, Meet Generation andrà in onda tutti i giovedì alle 21 e 40. In replica la domenica alle 13 e alle 21.