Torna puntuale, con l’arrivo dell’autunno, la classifica dei reati del Sole24Ore relativa al 2016. Milano e Rimini in testa, Bologna al terzo posto. Ravenna la più virtuosa, a Prato aumento record.
Rimini, pur rimanendo seconda con 7.203 denunce ogni 100mila abitanti, vede un calo dei reati denunciati del 7,2%, in linea con il dato nazionale che vede una diminuzione del 7,4%. Complessivamente, nel 2016, in provincia di Rimini sono stati denunciati 24.261 reati, circa 66 al giorno.
Rimini è prima per furti totali (in calo del 7%) con 4.829 denunce ogni 100mila abitanti, e per borseggi, 1.062 (dato stabile). Tra le altre tipologie di furti, si segnala il terzo posto per quelli in esercizi commerciali (323,6 ogni 100mila abitanti), il 14esimo per furti in abitazione (531 ogni 100mila abitanti), il nono per scippi, 43,1 sempre ogni 100mila abitanti (in calo del 17% rispetto al 2015). Infine i furti d’auto denunciati sono stati 80,8 furti d’auto ogni 100mila abitanti. Rimini è nella top ten (nona) anche nella voce estorsioni, dove si registra un aumento del 40% rispetto al 2015, con 25,8 denunce ogni 100mila abitanti. Quinta per rapine (88,5 ogni 100mila abitanti, -12%), 24esima per truffe e frodi informatiche: 293 quelle denunciate ogni 100mila abitanti.
Per quanto riguarda gli altri reati presi in esame dal quotidiano, la provincia di Rimini si posiziona sotto metà classifica: le denunce per riciclaggio sono state 1,19 ogni 100mila abitanti, gli “omicidi volontari, tentati omicidi e infanticidi” 3,39 e i casi di usura segnalati appena 0,30 (tra i fanalini di coda in Italia).
“In tre anni, nella provincia di Rimini, sono stati denunciati 2.480 reati in meno, per una percentuale in diminuzione del 9 per cento circa. Un dato, questo, molto interessante.” Questo il primo aspetto che mette in evidenza il presidente della provincia Andrea Gnassi a commento della classifica del SOle24Ore. Gnassi torna anche a ricordare il peso dell’impatto turistico che vede i 335mila abitanti aumentare in funzione delle 16milioni di presenze turistiche certificate. Complessivamente, se spalmate nei 12 mesi, la provincia vedrebbe la popolazione aumentare mediamente del 20% con un impatto notevole sulle statistiche. Il presidente della provincia mette in risalto anche l’elevata propensione alla denuncia da parte dei riminesi e la “maggiore attrattività’ nei confronti della criminalità da parte di quei territori che meglio si difendono dalla difficile congiuntura economica.” Gnassi ricorda però anche le carenze numeriche delle forze dell’ordine: “Anche in questi mesi – spiega – abbiamo mosso le nostre carte a Roma, con il Ministero degli Interni, per avere risposte positive su due fronti: la ‘promozione’ della Questura dalla fascia C a quella B, che consentirebbe di avere incrementi strutturali delle dotazioni degli organici di polizia; lo spostamento della Polizia nella nuova sede, oggetto di un contenzioso infinito con il privato. Io credo che i prossimi mesi, non anni, saranno decisivi”.
ANNO | TOTALE DELITTI DENUNCIATI |
1996 | 28.688 |
1997 | 29.657 |
1998 | 26.319 |
1999 | 19.421 |
2000 | 19.433 |
2001 | 19.277 |
2002 | 19.888 |
2003 | 23.507 |
2004 | 22.729 |
2005 | 23.032 |
2006 | 24.126 |
2007 | 26.521 |
2008 | 22.438 |
2009 | 22.500 |
2010 | 20.235 |
2011* | 23.054 |
2012 | 24.681 |
2013 | 26.741 |
2014 | 26.631 |
2015 | 26.136 |
2016 | 24.261 |
* fino al 2010 la Provincia di Rimini comprendeva 20 Comuni, dal 2011 amministrativamente si sono aggiunti i 7 Comuni dell’Alta Valmarecchia
Il commento del presidente della provincia Andrea Gnassi
“La classifica 2016 dei reati denunciati per Provincia, pubblicata quest’oggi dal quotidiano ‘Il Sole 24 Ore’, conferma due elementi statistici per i 25 Comuni del territorio riminese: un sensibile calo dei fatti criminali rispetto all’anno precedente (- 7,2 per cento), in linea con un trend in costante discesa dal 2014 in avanti. In tre anni, nella provincia di Rimini, sono stati denunciati 2.480 reati in meno, per una percentuale in diminuzione del 9 per cento circa. Un dato, questo, molto interessante.
Anche per il 2016 il territorio riminese, così come accade ogni volta dal 1998 ad oggi allorché mai si è scesi dal podio, non si sposta dagli ultimi posti della graduatoria. Il Sole 24ore ha già spiegato più di una volta chiaramente come, dal punto di vista dell’analisi statistica, la provincia di Rimini sia penalizzata dal fatto di avere una popolazione di appena 335 mila persone che i flussi turistici portano però alla dimensione di una grande città. Per la cronaca, ai residenti ufficiali, i 25 Comuni riminesi aggiungono ogni anno circa 16 milioni di presenze turistiche certificate ISTAT, più almeno altrettante di cosiddetti escursionisti, e cioè turisti che restano su questo territorio per lo spazio di una giornata senza pernottare. Sono circa 30 milioni di ‘residenti aggiunti’ che, se spalmati statisticamente lungo l’arco dell’anno, farebbero aumentare il carico demografico provinciale sino a passare la barriera dei 400 mila cittadini. Oltre 75 mila ‘nuovi cittadini’, distribuiti armonicamente lungo l’intero arco dell’anno, più o meno il 20 per cento di popolazione in più. Ed è chiaro che questo, se applicato, avrebbe un’influenza statistica sensibile, e comunque molto superiore a quella di altri territori, vista la dimensione demograficamente contenuta della nostra provincia. Dunque, se, da un lato, come ha più volte affermato la Prefettura scrivendo ufficialmente anche al Sole 24 Ore, una corretta formulazione della cosiddetta ‘correzione turistica’ determinerebbe una posizione sensibilmente differente per il territorio riminese; dall’altro è doveroso mettere in fila alcuni ragionamenti su cosa quei numeri possono indicarci come spunti di lavoro. C’è sicuramente nei nostri territori una propensione alla denuncia ancora molto alta, figlia di una solida relazione fiduciaria tra cittadino e istituzione. E questo è sicuramente un valore civico, nonostante l’evidente penalizzazione statistica rispetto magari altri territori.
Ma come ho detto anche di recente, c’è probabilmente in concomitanza con l’esplodere della crisi economica, un meccanismo di ‘maggiore attrattività’ nei confronti della criminalità da parte di quei territori che meglio si difendono dalla difficile congiuntura economica. Questo, ad esempio, potrebbe spiegare la persistenza, in provincia di Rimini e in altri aree ‘ricche’ del centro nord, di fenomeni predatori quali i furti (seppur in calo del 7 per cento sul territorio riminese) e i borseggi. E’ un aspetto, questo, di un lavoro che va analizzato e affrontato in sede di Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, l’organismo che, in questi anni, nonostante l’evidente ‘distrazione’ delle politiche nazionali della sicurezza per un’area così particolare come quella riminese, ha organizzato le strategie e il contrasto, capace di garantireo costantemente adeguati livelli di sicurezza in tutti e 25 i Comuni della provincia di Rimini.
Ma è uno sforzo che non può essere infinito: è chiaro come senza la collaborazione tra Prefettura, forze dell’ordine e Comuni, che ormai quotidianamente ‘mettono a disposizione’ le loro polizie municipali per compiti di ordine pubblico che vanno bel oltre il mansionario istituzionale, la situazione sarebbe molto più grave. Da 30 anni la Provincia di Rimini sta chiedendo il potenziamento permanente degli organici di polizia e la ‘promozione’ della sua Questura, ora formalmente relegata in una fascia inadeguata. E questo in virtù della particolarità di questo territorio, storicamente molto più esposto di altri, specie in estate, alle potenziali aggressioni della criminalità. Le risposte sono sempre contingenti e mai strutturali: l’evidente difficoltà di uno Stato che non ce la fa si ripercuotono sugli Enti locali che, oltre a non avere le risorse, spesso non hanno neanche le competenze di legge per intervenire. Nell’ultimo anno e mezzo, e anche in questi mesi, abbiamo mosso le nostre carte a Roma, con il Ministero degli Interni, per avere risposte positive su due fronti: la ‘promozione’ della Questura dalla fascia C a quella B, che consentirebbe di avere incrementi strutturali delle dotazioni degli organici di polizia; lo spostamento della Polizia nella nuova sede, oggetto di un contenzioso infinito con il privato. Io credo che i prossimi mesi, non anni, saranno decisivi. Occorre finalmente che lo Stato guardi a Rimini per quello che fa e che è davvero, dotandola delle risorse e degli strumenti necessari a un territorio formato da 25 Comuni, 335 mila residenti effettivi e oltre 400 mila reali tutti i giorni che vengono in terra.”