“Il progressivo invecchiamento della nostra popolazione – ricorda Renata Tosi – ci dice che, accanto all’attuale modello di welfare che come Comunità e come Amministrazione, è sempre stato ed è ancor oggi, forte, appassionato, motivato e competente, sia doveroso, sempre più, pensare di investire sugli anziani perché possano mantenersi negli anni attivi e rappresentare una risorsa per le famiglie e la società. Ecco perché, mantenendo salde ed in parte, ulteriormente migliorandole per profondità ed efficienza le garanzie di assistenza che il nostro Comune garantisce, vogliamo investire nel loro benessere sostenendo interventi concreti e politiche mirate, oltre a lavorare ulteriormente nel circuito virtuoso creato con la rete dei servizi territoriali”.
“Intendiamo presidiare e rafforzare la necessaria collaborazione con il Servizio Sociale Territoriale rivolta all’assistenza agli anziani, soli, a domicilio attraverso una rete sviluppata tra medici, assistenti familiari e associazioni di volontariato attive sul territorio”. Nel 2016 sono state 228 le famiglie del distretto di Riccione ad aver usufruito del Servizio Sociale Territoriale per ottenere assistenza domiciliare a favore di persone non autosufficienti, di cui la maggior parte anziane. “E’ sulle famiglie che grava in prima battuta la cura agli anziani: le affiancheremo per creare un’assistenza completa e articolata. Il Comune non può tirarsi indietro dal fare la sua parte: manterremo sempre a bilancio una voce stabile, se non in aumento, per il supporto ai servizi socio-assistenziali. In una città coesa nessuno deve essere lasciato solo”.
Nell’incontro di martedì con le associazioni di volontariato la Tosi ha ribadito “la necessità di lavorare in rete anche con l’associazionismo, a sostegno delle fasce più deboli della popolazione: anziani, giovani donne, disoccupati, famiglie in temporanea difficoltà economica. E se la realtà dell’associazionismo riveste il prezioso ruolo di ammortizzatore sociale, occorre incentivare la partecipazione dei giovani al suo interno. Favorire lo scambio fra giovani e anziani attraverso progetti di coabitazione e forme alternative di convivenza sarà per noi un obiettivo perseguibile. Ma bisogna andare anche oltre e raccogliere la sfida che ci sollecita il potenziale di vitalità e di passione presente nelle nostre persone anziane e capire come si possano favorire processi e percorsi nei quali l’età anziana sia pensata e vissuta come età da scoprire e da inventare, nella quale ridare spazio alla loro creatività, al loro desiderio di formazione continua, alla loro capacità di organizzazione il proprio tempo per sé o come scelta di impegno da condividere con altri.
In quest’ottica si inserisce anche la figura degli Amici di Quartiere rivolta in particolare agli anziani, ‘ sentinelle’ attente, pronte a segnalare ogni criticità e richiedere l’intervento dell’amministrazione. Una città più inclusiva significa promuovere le relazioni tra persone, il senso civico, la percezione di sicurezza in centro come nei quartieri”.