Ogni anno, nella fase che precede la presentazione dei Bilanci dei Comuni, le Organizzazioni sindacali si confrontano con le Amministrazioni locali allo scopo di negoziare in materia di diritti sociali. L’accesso al welfare, la qualità e la quantità dei servizi, gli interventi su tributi e tariffe sono alcuni dei temi su cui le Organizzazioni sindacali, a fronte della crisi e dei tagli operati dal Governo, ricercano degli accordi, dove è possibile, all’insegna della difesa del welfare e di una maggiore equità in campo sociale.
Con l’obiettivo di tenere insieme diritti del lavoro e diritti sociali, la contrattazione sociale territoriale va di pari passo con la contrattazione aziendale. Si tratta di un’attività legata al ruolo di rappresentanza sociale del Sindacato, tesa ad affermare nel territorio i diritti di cittadinanza e a intervenire sulla politica dei redditi, sui programmi e gli investimenti, per dare risposte, in primo luogo, alle persone più in difficoltà, alla popolazione anziana e alle famiglie.
Questa mattina hanno fatto il punto sul confronto, i Segretari di CGIL, CISL e UIL Graziano Urbinati, Paola Taddei e Giuseppina Morolli.
Ecco i Comuni “virtuosi” e quelli “meno virtuosi”.
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Il documento di sintesi dei sindacati:
Un primo aspetto riguarda la necessità di ribadire l’importanza delle relazioni sindacali e del confronto con le parti sociali in un contesto territoriale ancora caratterizzato dalla rudezza della crisi economica che colpisce la base produttiva del territorio, il lavoro, il reddito di lavoratori, pensionati e famiglie e che ha prodotto l’impoverimento e il rischio concreto di esclusione sociale di rilevanti fasce di popolazione.
Altro tema centrale riguarda la spesa sociale e la tenuta del sistema di welfare, con l’esigenza non solo di non produrre arretramenti, ma di rafforzare la capacità di analisi dei bisogni di una popolazione in cui nuove povertà, disagio abitativo e le dinamiche di invecchiamento demografico richiedono un più incisivo approccio e una forte capacità di governo pubblico.
Siamo in attesa dell’approvazione del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale, ciò dovrà costituire un banco di prova per la capacità dei nostri Comuni negli ambiti istituzionali preposti, quali CTSS e Distretti Socio-Sanitari, di esercitare una capacità programmatoria e di governance che garantisca uno sviluppo e una maggiore integrazione delle politiche sociali, delle politiche per il lavoro e delle politiche sanitarie, a partire dall’applicazione del RES (Reddito di Solidarietà) e del Sostegno all’Inclusione Attiva, e dall’adeguamento delle risorse per la non autosufficienza.
In tale contesto e a fronte delle difficoltà di tenuta delle risorse dei bilanci comunali, un elemento critico è rappresentato dall’indisponibilità al confronto di alcune Amministrazioni locali che, nonostante le nostre richieste, non hanno accettato di aprire alcun confronto prima dell’approvazione dei rispettivi bilanci.
Altre Amministrazioni, pur convocando il tavolo, hanno mostrato un approccio puramente informativo con la conferma dell’addizionale Irpef, tassa iniqua che grava quasi esclusivamente sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Esempio tipico il Comune di Bellaria, unica Amministrazione rivierasca della Provincia che non applica la tassa di soggiorno, e che invece ha introdotto l’addizionale comunale dal 2015.
Nei Comuni più grandi il confronto ha prodotto alcuni parziali risultati: a Riccione, a seguito dell’incontro con il Commissario, è stata accolta la richiesta di incrementare da € 180.000 a € 250.000 il fondo per le agevolazioni a favore delle categorie disagiate, e di limitare l’effetto dell’aumento della TARI.
Per inciso, il tema degli aumenti delle tariffe TARI rappresenta una criticità per i Comuni del territorio. Com’è noto, le politiche tariffarie dipendono da Atersir (Agenzia regionale) e sono collegate ad un meccanismo legato agli insoluti, che essendo percentualmente rilevanti si ripercuotono sulle tariffe, obbligando chi paga a farlo anche per chi evade. Da qui la necessità di ribadire ancora una volta la richiesta di intensificare la lotta all’evasione.
Confronto avviato anche con il Comune di Cattolica, cui abbiamo contestato la scelta dell’attuale giunta di non dare seguito al Protocollo siglato nel 2016, che prevedeva la cancellazione dell’addizionale Irpef dal 2017, pur essendoci la possibilità in bilancio per il venir meno di una precedente voce di spesa. Siamo in attesa di conoscere l’articolazione della proposta anticipata dal Sindaco, riguardante progetti su spesa sociale e reddito di cittadinanza.
Il Comune di San Giovanni in Marignano ridurrà di poco l’addizionale Irpef, ma questa resta una delle più alte dei Comuni della nostra Provincia e perciò resta un nostro giudizio non positivo su tale aspetto. In merito all’introduzione della Tariffa puntuale, quale nuova modalità di gestione dei servizi di raccolta rifiuti finalizzata a migliorare la raccolta differenziata, abbiamo chiesto verifiche in corso d’opera.
Con altri Comuni abbiamo definito verbali di incontro, quali Poggio Torriana che conferma la riduzione sensibile dell’addizionale Irpef e le agevolazioni previste per la Tari e le tariffe dei servizi, e Coriano, ove è confermato l’impegno verso le fasce deboli.
Buoni risultati dal confronto con il Comune di Santarcangelo si sono svolti diversi incontri approfonditi sulle linee politiche del bilancio, sulle scelte in materia di opere pubbliche, spesa sociale, fiscalità, che hanno portato ad un’intesa complessiva: un buon modo di intendere le relazioni sindacali e il rispetto dei protocolli. Un approccio che ci piacerebbe riscontrare anche nei nostri maggiori interlocutori, quali il Comune di Rimini che per il bilancio 2017-2019 ha convocato le Organizzazioni sindacali sostanzialmente a cose fatte, impedendo nei fatti quel confronto previsto sulla carta nel protocollo siglato un anno fa.
Non ci interessa il coinvolgimento formale, troppe volte praticato dal Comune di Rimini, ma un dialogo più costruttivo anche se da posizioni diverse, un confronto su tutti i temi rilevanti, dalle scelte sulla gestione dei servizi, sulle politiche sociali, fino ai progetti per lo sviluppo del territorio.