newsrimini.it

Educazione inclusiva e cambiamento sociale in El Salvador

Centro Escolar Rafael Osorio Hijo, San Rafael Obrajuelo (La Paz). Giocando si apprende.

A venticinque anni dalla firma degli accordi di pace (Città del Messico, 1992) tra rappresentanti del Governo salvadoregno e del Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN), che posero fine a una sanguinosa guerra civile durata piú di una decada, El Salvador é ancora tristemente famoso per l’alto livello di violenza che affligge la popolazione.

Il nuovo paese che molti aspettavano di veder sorgere in seguito alla firma della pace è purtroppo rimasto una chimera, poiché quella salvadoregna continua ad essere una società profondamente disuguale ed intrinsecamente violenta, nella quale una buona parte della popolazione vive in condizione di povertà. Da un lato, permangono aperte le ferite della guerra civile (i familiari delle migliaia di desaparecidos stanno ancora chiedendo, per esempio, che venga fatta giustizia con i responsabili della sorte dei loro cari)1, dall’altro, a partire dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso, gruppi delinquenziali (maras o pandillas) hanno progressivamente acquisito forza e attualmente controllano interi quartieri, estorsionando la popolazione ed, in particolare, le attività commerciali. Formar parte di una pandilla è diventata la principale fonte di reddito per intere famiglie e, talvolta, l’unica opzione possibile per molti giovani.

La fama che ha acquisito a causa della sua supposta pericolosità non rende tuttavia giustizia al Pulgarcito de América (il Pollicino d’America), un paese molto piccolo ma popolato da gente intraprendente, amichevole e solare. In molti settori, esiste inoltre la consapevolezza che una società differente necessita di un cambiamento profondo che implichi una sostanziale riduzione delle disuguaglianze e l’avvio di percorsi d’inclusione sociale diretti ad una buona parte della popolazione, che fino questo momento è rimasta ai margini della vita del Paese. In questo senso, il sistema educativo pubblico gioca un ruolo chiave e da vari anni oramai, le istituzioni pubbliche salvadoregne hanno cercato di raccogliere questa sfida.

Dal 2009, EducAid e il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna (UniBo) accompagnano il Ministero dell’Educazione di El Salvador (Mined) nel suo sforzo di migliorare in chiave inclusiva il sistema educativo.

In questi anni, spiega Elena Modolo, cooperante e Rappresentante Paese di EducAid in El Salvador – grazie al prezioso supporto economico del MAE-AICS, Ministero degli Affari Esteri Italiano; Agenzia Italiana Cooperazione e Sviluppo – abbiamo portato a termine processi formativi diretti a personale tecnico del Mined, docenti e dirigenti di 60 scuole distribuite in tutto il Paese su temi quali: fondamenti dell’educazione inclusiva, metodologie didattiche attive e documentazione educativa, solo per fare alcuni esempi. Allo stesso tempo, grazie al prezioso appoggio di personale tecnico locale, abbiamo fornito assistenza tecnica alle scuole conivolte nel progetto, accompagnandole nella revisione della loro “Propuesta Pedagógica” (l’equivalente salvadoregno del Piano dell’Offerta Formativa), rafforzando le capacità di lavoro collegiale del corpo docente e formando gli insegnanti su diverse tematiche, identificate a partire dalle necessità di ogni scuola. Parallelamente, l’Università di Bologna ha avviato un processo partecipativo di revisione dei programmi formativi delle principali università pubbliche e private salvadoregne, che ha come obiettivo garantire che i futuri docenti acquisiscano le capacità necessarie per lavorare in modo veramente inclusivo.

Nella seconda metà del 2016, continua la dott.ssa Modolo, gran parte delle nostre energie sono state dedicate all’elaborazione di un documento che riassume ed analizza le principali caratteristiche del modello di scuola inclusiva salvadoregna, che lo stesso Ministero dell’Educazione salvadoregno ci ha chiesto di redigere. Il Dipartimento di Scienze dell’Educazione di UniBo ha assunto la responsabilità scientifica del processo di ricerca che ha implicato una parte importante di raccolta dati sul campo e la partecipazione di docenti e ricercatori italiani ed esperti salvadoregni. In questo senso prezioso è stato il contributo del Prof. Luigi Guerra, direttore del Dipartimento e della ricercatrice Dott.ssa Arianna Taddei che hanno curato tutto il lavoro di sistematizzazione.

Il 7 dicembre 2016 l’Ambasciatore d’Italia in El Salvador – Umberto Malnati – ha consegnato il documento al Presidente della Repubblica salvadoregno, Salvador Sanchez Ceren. La consegna é avvenuta in un atto formale, alla presenza di alte cariche del Governo, rappresentanti del corpo diplomatico e di agenzie di cooperazione.

Per UniBo ed EducAid la consegna di tale documento alla principale carica dello Stato salvadoregno é stata fonte di grande soddisfazione. Oltre a riassumere il processo realizzato fino ad ora, il documento indica anche il cammino a percorrere nel futuro, ed il Governo Salvadoregno ha espresso chiaramente la volontà di assumere ogni giorno di piú la inclusione educativa come un progetto di Stato.

La scuola inclusiva è la scuola di tutti e di ciascuno; è una scuola che affermando l’uguaglianza dei diritti rivendica, allo stesso tempo, il diritto alla diversità. La parola inclusione assume toni diversi a seconda del contesto nel quale si interviene. Se è imprescindibile la necessità di garantire l’accesso e la permanenza nel sistema educativo di bambine e bambini con disabilità, nel caso specifico di El Salvador, costruire una scuola inclusiva implica inoltre una profonda analisi ed un’accurata comprensione di tutte le forme di esclusione sociale, economica, etc. che impediscono a molte persone di godere del diritto ad un istruzione di qualità.

In un paese come El Salvador, la scuola inclusiva rappresenta un pre-requisito e una strategia chiave in vista di un profondo cambiamento sociale. Per questa ragione, EducAid e UniBo continuano a supportare il lavoro del Mined, con l’obiettivo di contribuire a far diventare un numero sempre maggiore di scuole salvadoregne luoghi sicuri e piacevoli, nei quali tutta la comunità scolastica (alunni, insegnanti e genitori) possa riflettere e contribuire alla nascita di una società piú equa.

In questo senso, il miglioramento in chiave inclusiva del sistema scolastico salvadoregno puó essere inteso anche come una strategia di prevenzione della violenza sociale che affligge il Paese.

La nostra azione in El Salvador é mossa dalla convinzione che educare all’uguaglianza ed al rispetto delle differenze possa aiutare gli abitanti del Pulgacito ritrovare finalmente la pace che meritano.

EducAid, San Salvador (El Salvador)

1 Solo recentemente (2016) é stata dichiarata incostituzionale l’amnisitia che, proclamata immediatamente dopo la firma degli Accordi di Pace, ha impedito fino a questo momento l’avvio di processi contro i responsabili di sparizioni forzate ed omicidi di civili durante la guerra.

Exit mobile version