Da una parte ci sono i dati dell’ufficio statistica dell’Emilia Romagna usati dall’Istat (vedi notizia) e dall’altro quelli dell’Osservatorio del Turismo regionale di Unioncamere elaborati da Trademark Italia (vedi notizia). Stesso territorio di riferimento, stesso arco temporale ma letture in alcuni casi diverse. Ad esempio per quest’ultimo le presenze dei primi 8 mesi 2016 in regione sono in crescita dell’1,5% e si attestano sopra i 41 milioni mentre per l’ufficio statistica superano di poco i 30 milioni (+0,6%). Per quanto riguarda la Riviera, da Comacchio a Cattolica, la forbice è ancora più marcata: secondo l’Osservatorio in agosto si sono registrati 15milioni di presenze (+1%) secondo i dati dell’ufficio statistica poco più di 8milioni 400mila addirittura con un calo dello 0,1. Come mai queste discrepanze? Perché da una parte si analizzano solo i dati grezzi sui flussi di arrivi e presenze provenienti dalle strutture ricettive e dall’altro si mettono invece in campo altri parametri che dovrebbero permettere una lettura più vicina a quella reale. A spiegarcelo è il segretario regionale di Unioncamere Claudio Pasini che elenca i motivi che renderebbero non del tutto attendibili i dati grezzi: ad esempio non rilevano gli escursionisti (che però procurano indotto al territorio), chi soggiorna in strutture non ufficiali o il fenomeno dell’airbnb. Inoltre va messo in conto il numero dei posti letto effettivi che supera del 10-12% quello dichiarato (doppie che diventano triple, eccetera). E poi c’è la questione dell’autodenuncia: sono le strutture che inviano i dati che però non hanno solo valenza statistica ma, essendo legati al reddito, ne hanno anche una economico/fiscale. Aspetto che può generare un fenomeno di elusione. Per questo la Regione, già dagli anni ’90, ha predisposto un osservatorio tramite Unioncamere che si avvale della competenza di Trademark. Ai dati grezzi sui flussi turistici vengono aggiunte variabili come le uscite ai caselli, il traffico aeroportuale, i consumi di acqua ma anche di energia, la produzione di rifiuti. E anche i sondaggi su 3mila operatori turistici campione. Attraverso questi parametri l’auspicio della Regione è quello di avere una lettura migliore dell’andamento turistico anche per definire le strategie future.