E’ in partenza la Carovana internazionale per Kobane, un viaggio per portare medicinali e aiuti dall’Italia in una regione colpita duramente dalla guerra, e un appello per l’opinione pubblica, la comunità internazionale e i governi, sulla situazione delle città del Rojava. Tra i volontari in partenza anche Andrea Gasperi, riminese e attivista di Casa Madiba Network.
Il Rojava è un cuscinetto di terra stretto tra la Turchia e la Siria devastata dalle milizie dell’Isis, oggi in estrema difficoltà. Simbolo di questa terra è la città di Kobane, negli ultimi mesi alla ribalta nei notiziari e sulla bocca di tutti per la strenua difesa che la sua popolazione, di etnia curda, ha opposto all’assedio e all’attacco delle truppe dell’Isis. Durante quei 134 giorni di assedio, in molti hanno paragonato le comunità di Kobane all’ultimo baluardo di difesa contro il dilagare delle milizie dello stato islamico.
La festa per la liberazione della città ha contagiato non solo le città vicine e il medio oriente, ma anche molti paesi d’Europa. Oggi, però, la situazione è ripiombata nel caos, e Kobane è assediata da sud da nuovi attacchi da parte dell’Isis, e a nord dalle milizie governative turche.
Andrea Gaspari, presente questa mattina (mercoledì 9 settembre) in piazza Tre Martiri alla conferenza stampa per il lancio dell’iniziativa ci racconta cosa sta succedendo a Kobane, e quali gli scopi della Carovana.
“Nel gennaio del 2014, mentre il governo siriano piombava nel caos, i tre cantoni del Rojava hanno dichiarato l’autogoverno, innescando un percorso per costruire una società basata sulla dignità e l’uguaglianza delle persone e la parità dei sessi.
“Il percorso è stato interrotto il 15 settembre 2014 con l’attacco dell’Isis alla città che contava in quel periodo 100mila abitanti. Dopo 134 giorni di assedio, ora a Kobane abitano 6mila civili, di cui mille bambini, e il 90% degli edifici è stato distrutto.
“In tutto questo – continua Andrea – i curdi sono riusciti a respingere l’assedio e a liberare la città, nonostante gli ostacoli imposti dall’esercito e dalla polizia turca, che ha impedito il passaggio degli aiuti dal confine turco siriano. Oggi però la situazione è di nuovo in stallo, perché la regione è assediata a sud dall’Isis e a nord dalle milizie governative turche”.
E qual è l’obiettivo principale della Carovana?
“Il nostro obiettivo è di arrivare a Kobane il 15 settembre con un convoglio umanitario per portare medicinali e medicazioni ai 15 medici e 30 infermieri che forniscono assistenza sanitaria alla città in un ospedale da campo. Come si può immaginare gli operatori si trovano in grossissima difficoltà, non hanno approvvigionamenti e rifornimenti. La città più vicina, Suruc, in Turchia, ha le frontiere chiuse. Noi come prima cosa chiediamo al governo turco di aprire le frontiere per portare questi aiuti”.
I promotori di questa iniziativa sono la Comunità Curda Internazionale e, in Italia, la Rete Kurdistan Italia Wiki Onlus. Nell’ultima settimana, i ragazzi di Casa Madiba Network hanno raccolto più di 1000 euro a cui si aggiungeranno le altre somme recuperate in altre città per l’acquisto dei medicinali.
Sembra che anche le istituzioni (Comune e Provincia) si stiano interessando per partecipare alla Carovana, dopo un incontro della scorsa settimana con il presidente del Consiglio provinciale Vincenzo Gallo.
“Ci sono alcune difficoltà – racconta Federica, attivista di Casa Madiba – ad esempio già altre volte sono stati spediti medicinali che vengono bloccati all’aeroporto di Istanbul, mentre invece, sarebbe meglio acquistare i medicinali e i generi necessari direttamente in loco”.
Nei prossimi giorni seguiremo le evoluzioni della Carovana, a partire dal viaggio e dall’arrivo in Turchia.
(nella foto Andrea Gaspari)