L’Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata e per la diffusione di una cultura della legalità ha pubblicato oggi sul sito web www.legalita.rn.it (di prossima uscita la pubblicazione cartacea) la Mappatura Mafie in Emilia-Romagna (2010-2015).
Scopo di questo lavoro è l’analisi della penetrazione di ’ndrangheta, camorra e mafia siciliana (sono state quindi escluse le mafie allogene e la criminalità organizzata pugliese) nel nostro territorio. Una penetrazione, quella delle mafie in Emilia-Romagna, purtroppo ormai accertata (e confermata dall’indagine Aemilia, che ha evidenziato quanto radicate siano talune organizzazioni nel territorio regionale).
Le ’ndrine calabresi dimostrano di essere le più attive nel territorio, in particolare nell’Emilia occidentale e nell’area bolognese. La presenza strutturata di Grande Aracri, una volta conclusasi – con la morte dei principali rivali – la faida interna con i Dragone, ha permesso un radicamento nel tessuto economico-sociale che non ha eguali nel resto della regione.
Per ciò che concerne la Camorra, la presenza è molto radicata, anche se non ai livelli della criminalità calabrese, nel territorio dell’Emilia Occidentale con una netta predominanza del clan dei casalesi, in particolare le fazioni Schiavone e Zagaria. Negli ultimi anni si assiste ad un processo di strutturazione della presenza anche nella zona romagnola e nella Repubblica di San Marino.
Infine per Cosa Nostra si attendono le risultanze investigative di cui ha scritto recentemente la Direzione Nazionale Antimafia: sono quattro le indagini su cui stanno lavorando magistrati e forze dell’ordine. Al di la di questo, la resilienza della mafia siciliana in Emilia-Romagna è un dato ormai acquisito, sebbene la presenza nel territorio sia scemata, probabilmente anche a causa delle azioni di contrasto che hanno interessato Cosa Nostra a livello nazionale nei due decenni precedenti.
L’analisi è corredata da due mappe che presentano le famiglie mafiose nel territorio regionale e i settori economici (legali e illegali) in cui le tre organizzazioni sono attive.
“La lotta alla criminalità e a tutte le mafie – dichiara il presidente della Provincia di Rimini, Andrea Gnassi – la si fa anche promuovendo conoscenza e consapevolezza. La si fa quindi anche con il lavoro documentale, archivistico, divulgativo. Ed è un lavoro indispensabile e insostituibile perché, oltre a mettere in rilievo il disegno di una ragnatela devastante fatta di collegamenti altrimenti poco visibili, incide proprio sulla cultura e sulle coscienze. Sapere è l’anticamera di reagire; guardare dentro l’abisso è il primo passo per superarlo.”