Dal 15 al 22 Giugno, 20 ragazzi della provincia di Rimini hanno vissuto una esperienza di lavoro volontario sui beni confiscati alle mafie assegnati alla cooperativa “Valle del Marro” a Polistena, in provincia di Reggio Calabria.
La possibilità di partecipare a questi campi gratuitamente è stata possibile grazie a due progetti: il progetto regionale “(GxG)²” coofinanziato dalla regione Emilia Romagna e dal Comune di Cattolica e il progetto dei Piani di Zona del Comune di Rimini 2014 “Concentriamoci Educativa di strada”, co-finanziato dal Comune di Rimini e dall’Associazione Sergio Zavatta ONLUS.
I ragazzi sono stati individuati all’interno di diverse realtà: i centri giovani di Cattolica e RM25 di Rimini, gestiti entrambi dall’Associazione Sergio Zavatta Onlus; il gruppo di volontariato di Libera Rimini; l’attività di Educativa di Strada svoltasi a Rimini. Queste molteplici azioni hanno permesso di formare un gruppo molto eterogeneo: da ragazzi frequentanti i licei del territorio ad altri che hanno abbandonato la scuola, da giovani che passano il loro tempo in giro per la città ad altri impegnati politicamente e socialmente.
La comitiva, formata da 12 minorenni, 4 maggiorenni e 4 accompagnatori, ha vissuto una settimana intensa di convivenza, lavoro agricolo e formazione sulla lotta alle mafie, la legalità e la partecipazione attiva.
Nello specifico, durante la settimana di campo sono state promosse attività di condivisione del lavoro agricolo su terreni confiscati alla ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro: dall’estirpazione delle erbacce tra gli olivi di Castellace (oggetto negli anni di incendi e di tagli dei giovani olivi ripiantati) allo sradicamento dell’edera dagli agrumeti di beni da poco tempo confiscati e lasciati in stato di abbandono.
Oltre a questo, una formazione sui temi dell’antimafia e della tutela dei diritti con:
– in primis i fondatori e lavoratori della cooperativa, esempi di un impegno civile attivo e quotidiano e di un senso di riscatto della propria terra;
– il commissario di pubblica sicurezza di Polistena che ha condiviso con noi un excursus storico sul fenomeno ‘ndranghetista;
– gli operatori dell’associazione Emergency che in rete con la cooperativa Valle del Marro e la parrocchia di Polistena presieduta da Don Pino De Masi, referente di Libera Calabria, hanno inaugurato il poliambulatorio a Polistena per far fronte alle carenze mediche di un territorio che negli anni ha visto le baraccopoli di Rosarno e le attuali tendopoli sparse per Gioia Tauro;
– il corpo forestale nell’Aspromonte, impegnato a valorizzare un magnifico patrimonio naturalistico macchiato dai rapimenti e reclusioni degli anni ’80 e ’90;
– i famigliari di vittime innocenti uccise per mano delle mafie, in particolare con Stefania Grasso e Salvatore Caruso che hanno raccontato e trasmesso con grande forza il loro dolore e la voglia di affrontarlo e divulgarlo affinché si trasformi da memoria ad impegno di tutti.
A conclusione dell’esperienza, i ragazzi hanno compartecipato anche alla realizzazione di uno spettacolo di restituzione dell’esperienza davanti alla cittadinanza di Polistena, accompagnati da due componenti del gruppo “Il Parto delle Nuvole Pesanti”.
Una esperienza ricca e significativa, sia per l’eterogeneità del gruppo, valore fondante e vincente di un’educazione peer to peer, sia per i tanti volti e storie di impegno civile che abbiamo incontrato.
Di seguito un breve scritto di Lorenzo, uno dei ragazzi che ha partecipato al Campo, letto in piazza nella serata della restituzione:
“Ci sono uomini cattivi dalla mentalità perversa che pretendono di campare sulle spalle della brava gente, quella onesta che si guadagna da vivere ogni giorno con il proprio lavoro e la propria fatica, e che troppo spesso deve piegarsi alla feroce prepotenza di questi banditi, gli ndranghetisti, uomini cattivi.
Poi ci sono uomini grandi, che lottano con coraggio e determinazione contro l’assurdità di questa violenza. Alcuni di loro sono rimasti celebri nella storia. E le loro gesta ci vengono spesso raccontate: sono Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. Sono stati uomini forti, hanno avuto coraggio, senso di giustizia, di solidarietà. Hanno creduto nel futuro e nel cambiamento, non si sono piegati davanti alle minacce di quelli che il cambiamento non lo volevano e non lo vogliono. Ma ci sono altri uomini grandi, dei quali se non vieni quaggiù in Calabria rischi di non saperne l’esistenza. Eppure questi lottano ogni giorno con lo stesso coraggio e la stessa determinazione, remano contro il pensiero rassegnato della gente del proprio paese, della propria famiglia, non si piegano a intimidazioni perché credono nel futuro. Perché amano la propria terra: sono Antonio, Domenico, Giuseppe, Stefania, Salvatore, Don Pino e tanti altri.
Della Calabria porto a casa il loro ricordo, ma soprattutto la bellezza. Porto a casa l’odore dei limoni, il sapore degli aranci, il colore della terra.
Porto a casa la luce intensa che spazia nei campi di ulivi sterminati che pervade le strade del paese.
Porto a casa i suoni e i colori dell’Aspromonte, la vista mozzafiato che offre dopo la fatica.
Porto a casa gli sguardi incuriositi e i buonasera dei paesani. I sorrisi di Emilia e Luca, due bambini a cui piace andare a scuola, il sapore della peperonata.
Porto a casa tutto.
“Fatti li fatti tuoi, che campi cent’anni” tante volte ho sentito questo detto, ma a chi si ostina a ripeterlo, io rispondo: io ho visto, io ho sentito, io so, e non dimenticherò.”
Michael Binotti e l’equipe degli educatori