Si è spento a Cesena, all’età di soli 35 anni, Guido Passini. Guido era ammalato di fibrosi cistica, sapeva di avere una speranza di vita molto bassa, ma utilizzava con serenità e coraggio la scrittura per trasmettere anche agli altri speranza di vita e forza.
A Rimini Guido aveva assiduamente collaborato con la Casa Editrice “Fara”, diretta da Alessandro Ramberti. Insieme a Fara aveva curato, tra le altre, la raccolta di poesie e testimonianze “Senza fiato” (http://www.faraeditore.it/html/neumi/senzafiato.html) a cui sono seguite anche “Senza fiato 2” e “Senza fiato 3”, che ha ricevuto anche una medaglia di rappresentanza dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Scrive a proposito di sé e della sua malattia: “Non mi arrendo, indosso nuove ali e ricomincio a volare”: semplici parole che descrivono perfettamente la sua poetica.
Guido era attivamente impegnato anche nel sociale: svolgeva attività di volontariato all’interno della Casa Circondariale di Forlì e presso il Villaggio Mafalda dell’Associazione Paolo Babini.
Lo ricordano con queste parole i poeti e amici di Fara: “La tua luce rimarrà immortale…ciao Guido” (Giorgia Bascucci), “E’al suo sorriso che associo il suo nome, un angelo in terra” (Rina Accardo), “Ora la tua grande buona anima poetica sale in Paradiso” (Enrica Musio), “Guido non è andato via, ci ha solo preceduto… per un tratto di strada è stato con noi e ci ha fatto il regalo della sua anima, e noi non lo scordiamo” (Maria Di Lorenzo), “Ciao Guido, non ci dimenticare, non mi dimenticare. Grazie sempre” (Carla De Angelis), “Una grande anima, solidale, sensibile e attenta. Si è spesa per gli altri fino alla fine. So che è in Alto e con noi” (Alessandro Ramberti). Decine e decine gli ulteriori messaggi e pensieri che gli amici stanno rivolgendo a Guido sulla sua bacheca Facebook.
Angela Caccia gli ha dedicato questa poesia:
SE MUORE UN POETA
(A Guido Passini)
Com’è strana, Signore, la morte
in quell’austera dignità che
s’annoda al corpo …
una fiamma gelida lo sbiadisce
mentre il sangue resta tiepido
dei tanti sogni interrotti
gli occhi serrati
guarderanno finalmente
in fondo al pozzo
forse un riflesso
come il baluginio
di una finestra al tramonto
e indicherai nell’Alto la Via.
Le nostre parole, tutte,
rimarranno alla soglia
-servissero a costringere, a legare
l’aria al respiro! …- le poche
saranno un sottovoce perché
il fondale muto non si sconvolga.
Ma se muore un poeta, Signore,
concedigli che il silenzio più ottuso
si faccia canto di una vita
alla vita che non muore e
si sposta altrove
è stato l’ultimo suo verso
ancora gli scintilla sulla bocca.
Senza retorica, di Guido rimarrà sicuramente il coraggio, la genuinità, la serenità e l’ironia con cui ha affrontato la sua malattia e dato speranza a tanti altri. Ha trasformato la sofferenza in poesia, il dolore in condivisione. Il suo impegno resta vivo e prezioso per tutti.
Silvia Sanchini “O