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Da innominabili a protagonisti del risanamento. Un film su ‘Basta merda in mare’

Fino a qualche anno fa erano quelli col nome neanche da pronunciare perché faceva brutto e che portavano i sindaci in Tribunale. Oggi siedono in Municipio a fianco del sindaco per presentare il docufilm “Gli amici delle fogne”: un reportage di Manuela Fabbri realizzato con Simone Mariotti e Sergio Giordano, anime storiche dell’associazione Basta Merda in Mare. E la riminese Nadia Urbinati, docente a New York e Sigismondo d’Oro, come testimonial.
E’ grazie alla costanza dell’associazione, ha ricordato la Urbinati, che a Rimini è arrivata la svolta con la partenza del risanamento fognario.
La prospettiva è che oggi l’esperienza di Basta Merda in Mare possa anche uscire dai confini di Rimini: anche perché, ricorda il sindaco Gnassi, in Italia 15 regioni su 20 oggi sono sotto infrazione europea per quanto riguarda i sistemi fognari e depurativi.

Un video che vuole anche fare chiarezza su passato, presente e futuro del problema in risposta al catastrofismo sui social network. Ma che, lamenta l’associazione con tanto di ricorso inoltrato, non ha avuto fondi dal bando regionale perché non ne è stata riconosciuta la valenza culturale e quindi si dovranno trovare finanziatori.
E in tema di chiarezza, si è parlato dei segnali di preallerta comparsi sul sito dell’Arpa e poi ritirati: servono quando alla prima analisi ci sono dati al limite e vanno verificati. Alla seconda analisi si decide o meno sul divieto.

(nella foto Newsrimini.it, il sindaco Gnassi, Mariotti e Giordano di Basta Merda in mare e l’assessore Visintin)
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I materiali sul film:

“GLI AMICI DELLE FOGNE”
sinossi del reportage-documentario
Autore Manuela Fabbri con Simone Mariotti e Sergio Giordano.

È la narrazione, per immagini e interviste, del percorso fatto dal 1990 a oggi
dall’associazione Basta Merda In Mare. Del civismo, deciso e inarrestabile con cui
ha operato per 20 anni e attraverso il quale ha raggiunto il suo obiettivo. Dalle prime
denunce pubbliche con le conseguenti aspre e ottuse accuse, le peggiori per una
città che vive di turismo, fatte agli amici delle fogne da operatori economici e politici
di allora: “E’ colpa vostra se Rimini perde turisti!”.
Protagoniste del documentario sono le fogne di una città sul mare con più di 150.000
abitanti, fortemente antropizzata (un milione di turisti durante la stagione estiva) e
collettore dei reflui dell’entroterra, della provincia ma anche di un altro stato (RSM).
Che per anni ha scaricato i suoi reflui depurati, ma non sufficientemente, direttamente
in mare come accade in gran parte dell’Italia e delle sue città di costa e non di costa
(attraverso i fiumi).
Intraprendendo la lunga campagna d’informazione, non ideologica ma oggettiva e puntuale, i volontari, attraverso documentazione e prelievi hanno orientato l’opinione dei cittadini – con la più opportuna e trasparente attività di lobbying –
affinché promuovessero l’interesse nell’amministrazione pubblica (i politici e i
decisori), gestori di multiutility e categorie economiche, tutti i possessori del potere
decisionale, al sottoterra che non produce consenso (non si vede, richiede tempi lunghi, costa).
Tutto ciò fino a che il Consiglio comunale aperto tematico del 2010, finalmente tutto dedicato alle fogne su iniziativa di BMIM, ha rappresentato un’altrettanto decisa inversione di tendenza, fatta propria dalla nuova amministrazione costituitasi l’anno successivo (giunta Gnassi 2011).
Aveva davvero dell’incredibile, prima che l’associazione intervenisse ottenendo il
divieto di balneazione temporaneo – ci sarà finché le varie fasi dei lavori non saranno
concluse (2016-2020) – vedere i bambini giocare nei “ruscelli” (gli scarichi) dai quali,
dopo le piogge, escono liquami e anche i rifiuti che noi tutti cittadini gettiamo nei wc o
nelle strade (civiltà: attenzione alla plastica etc!).
Il documentario realizzato dall’associazione BMIM sarà veritiero, seppure non tecnicista e altamente divulgativo, rispetto ai risultati ottenuti e in via di realizzazione. L’esempio di Rimini, la prima città d’Italia con un impianto fognario
e depurativo di questa portata (alla conclusione dei lavori già preventivati e in gran
parte finanziati, superiore al 90% dei reflui) servirà quale educational per
associazioni ambientaliste e amministrazioni di altri comuni e regioni che
chiedono all’associazione materiale informativo sulle modalità intraprese.A BMIM chiedono: la motivazione unica, coerente, precisa e mai abbandonata, riesce a produrre la raggiungibilità dell’obiettivo dato e il consenso dei cittadini che l’amministrazione pubblica vuol sentire per dare risoluzione a problemi di questa
portata? Si può creare il gioco di squadra serrando economicamente le fila di tutti
(categorie economiche comprese), date le attuali scarsità di risorse finanziarie? A questa domanda il documentario tenterà di dare una risposta.

SCALETTA e STORY BOARD (sceneggiatura)
Alcuni giovani a Rimini per frequentare l’Università vogliono capire per le
proprie regioni di appartenenza (es. Puglia e Abruzzo). Camminando tra i lavori in
corso, ricostruiscono in un reportage-inchiesta – attraverso immagini originali video e
fotografiche – i passi più salienti della lotta intrapresa da BMIM. Una documentazione
prodotta durante la stagione balneare affinché venissero avvertiti i turisti (anche con
traduzioni in lingua) da cartelli informativi col divieto di balneazione chiaramente
esposti (non illeggibili e nascosti come da sempre succedeva), quando,
successivamente alla pioggia anche in pieno ferragosto, le fogne sversano direttamente dalla spiaggia in mare, aumentando pericolosamente il rischio sanitario coi colibatteri e le sostanze inquinanti.
L’incipit e la conclusione saranno affidati a interviste sullo stato attuale: ai
promotori di BMIM, sindaco, assessore all’ambiente, tecnici, etc. Lo svolgimento,
facilmente comprensibile anche a chi non c’era – dunque rapido e comunicativo – è il
reportage dei 20 anni ricostruito dai giovani reporter che raccontano
“l’avventura” ai loro coetanei e ai cittadini, ancora inconsapevoli. Sarà un utile
supporto storico, visivo e concreto (privo di retorica) la cui finalità tra i pubblici
interni alla città e di accrescere lo spirito di gruppo e di civiltà: sensibilizzando
ulteriormente, culturalmente ed economicamente, i cittadini tutti sul valore che per la
collettività riminese (e non solo) hanno i “lavori in corso”.

I progetti editoriali e di divulgazione culturale di BMIM onlus

I libri-inchiesta sulla tutela del mare e sul problema degli scarichi fognari nel litorale
riminese: Scatologia alla riminese, Rimini, giugno 2005, pp. 133.Il mare non è
una fogna blu, Rimini, dicembre 2007, pp. 189. Un mare senza voce… tra flussi e
riflussi, Rimini 2009, pp. 224 (65 tavole a colori). Rimini, città Ideale, marzo 2010
(volume realizzato assieme ad altre 3 associazioni di volontariato).
Mostra fotografica Un mare senza voce sulla storia degli scarichi a mare a Rimini, allestita presso il Palazzo del Podestà, in piazza Cavour a Rimini – aprile 2009.
Il mare non è una fogna blu – Convegno, Rimini, 20 ottobre 2007. Un mare senza
voce – Convegno in occasione dell’apertura della mostra 18 aprile 2009 – Rimini,
Palazzo del Podestà. Convegno tenuto in occasione di Ecomia, 2 ottobre 2010.

La storia di BMIM
Tra 1985 e il ‘93 si prende coscienza del problema fognario grazia a Sergio Giordano
che nel 1993 arriverà assieme al comandante della capitaneria Cingolani a fare un
esposto contro il sindaco di Rimini Giuseppe Chicchi.
Tra il 1993 e il ‘99 attorno a Giordano si uniscono i radicali di Rimini che formano il
primo Comitato Baste merda in mare, che evolve poi in associazione di volontariato
apartitica qualche anno dopo.
Tra il 200 ed oggi dalle denuncie si passa alla divulgazione culturale e infine,
ottenuto il riconoscimento sia della politica che della collettività circa la fondatezza della battaglia, inizia una fase di lavoro finalizzata alla messa in atto delle proposte dei
tecnici e della valutazione dei vari progetti di risanamento che si susseguono, sino al
più importante di tutti: il Piano di Salvaguardia della Balneazione Ottimizzato
che costituisce il più grosso intervento di risanamento fognario in atto in Italia.
Il ruolo di BMIM
L’associazione BMIM nasce da una battaglia culturale in procinto di essere vinta. Le fogne non si vedono, né si sono mai viste per 30 anni ed è per questo che andavano, e vanno ancora oggi evocate (con proprietà di linguaggio esplicita), usando un approccio che necessariamente deve essere legato alla cultura e alla storia di una
città che, nel nostro caso, ci riporta addirittura ai romani, i quali tracciarono condotte
sotterranee ancora oggi in parte utilizzate. Furono i primi a capire come un impianto
fognario ben strutturato ed efficiente fosse la premessa necessaria per lo sviluppo di
civiltà e cultura nella comunità, affinché prosperasse con una modalità che oggi viene
comunemente definita “sostenibile”.
L’obiettivo che fin dall’inizio l’associazione si è posta, è stato quello di creare
un gruppo di pressione formato da volontari (del tutto liberi da interessi
personali) che operasse in maniera altruistica attraverso l’impegno civico per
correggere quell’atteggiamento culturale, secondo noi sbagliato, di ovvietà e
noncuranza dell’opinione pubblica (il mare c’è, nessuno ce lo porta via) anziché di
bene comune di cui avere grande cura. Convincendo gli operatori turistici che ne
traggono il proprio reddito e gli amministratori delegati ad assumere decisioni nella
progettualità dei servizi, al concetto di Rimini città sul mare a quello –
certamente di maggiore responsabilità – di Rimini città di mare.
Per modificare l’approccio col Mare che “non aveva voce”, seppure protagonista della
nostra vita sociale ed economica (dunque culturale), insieme alla protesta per gli
scarichi a mare estremamente pericolosi per la salute dei bagnanti, abbiamo dato
gambe alla proposta. Con campagne che hanno comunicato la necessità di formare
l’opinione dei pubblici di riferimento e dei decisori. Sensibilizzando per primi i giovani:
una scuola media, concluse l’anno scolastico di alcuni anni fa creando un video sul
tema. Insieme a convegni e mostre fotografiche, l’associazione BMIM ha pubblicato
quattro progetti editoriali: Scatologia alla Riminese (2005), Il mare non è una fogna
blu (2007), Un mare senza voce… tra flussi e riflussi (2009), Rimini verso la città
ideale (2010).
Infine l’Associazione fu soggetto costituente del Piano Strategico Territoriale
dove il Mare (con la sua salute) divenne, finalmente, il primo impegno nel rilancio
turistico di tutto il territorio. Lavorando insieme agli enti pubblici e associazionismo
riuscimmo a produrre, modificandoli con un intervento diretto in Consiglio
Comunale, nuovi piani di ristrutturazione dell’intero Sistema Fognario cittadino. La nostra fabbrica diffusa senza ciminiere, il turismo, non poteva pesare con la sua antropizzazione così gravosamente sulla primaria risorsa ambientale: per la salute e la qualità della vita, di residenti e ospiti, andava completamente ripensata, e di questo tutta la città, negli anni, ne ha preso atto. Si deve sottolineare come non fu affatto semplice riuscire a modificare il concezione culturale obsoleta adottata dagli amministratori riminesi che per lungo tempo avevano rimosso e nascosto il problema fogne (pressoché rimasto all’epoca di Ariminum).
L’associazione BMIM può dimostrare, facilmente e nei fatti, il successo dell’obiettivo raggiunto: prova ne è che l’attuale Sindaco, Andrea Gnassi, ora ama definirsi “il sindaco delle fogne”.

www.bastamerdainmare.it

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