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Brevi cenni di storia del TRC. Parte l'iter, e anche le proteste (1994-96)

In foto: A pochi giorni dall'apertura dei primi cantieri, prosegue il nostro percorso lungo la storia del progetto del TRC, dopo gli anni dal '94 al '96, in cui la metropolitana di costa restava un tema relativamente marginale nelle cronache riminesi, dal '97 il progetto arriva sulla ribalta, con le prime contestazioni.
A pochi giorni dall'apertura dei primi cantieri, prosegue il nostro percorso lungo la storia del progetto del TRC, dopo gli anni dal '94 al '96,  in cui la metropolitana di costa restava un tema relativamente marginale nelle cronache riminesi, dal '97 il progetto arriva sulla ribalta, con le prime contestazioni.
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dom 21 ago 2011 11:23 ~ ultimo agg. 19 ago 00:00
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1997

Da oggetto quasi misterioso, nel ’97 il TRC entra di prepotenza nelle cronache riminesi. Il 12 marzo il Consiglio Comunale di Rimini approva l’accordo di programma, per poter accedere ai 62 miliardi finanziati dal Cipe, la metà del costo della tratta Rimini-Riccione.
Votano a favore PDS e Patto dei Democratici, si astengono Polo e Città Aperta. Contrari mentre AN, contraria insieme a Rifondazione, mantiene la linea dura, fa discutere l’astensione del Polo, che si vede a sua volta approvare la proposta di spostare la ferrovia a monte, come vorrebbe il progetto del corridoio adriatico. Inciucio per i malpensanti, convergenza per altri. Ma nel ’97 anche il dissenso si fa sentire, soprattutto dopo le riunioni dei mesi precedenti nei quartieri: davanti agli schemi del tracciato, molti si rendono conto che la metropolitana passerà a pochi metri dalle loro case. Sono i “frontisti”, che il 17 marzo in zona Lagomaggio per protesta espongono provocatori cartelli “vendesi” per denunciare la svalutazione delle loro case.
Con un pullman itinerante che presenta il progetto e uno sportello per i cittadini si cerca di rispondere con una sorta di operazione trasparenza. Ma intanto anche a Riccione la protesta si scalda: in Consiglio, con Polo e Rifondazione, e tra i cittadini. Oltre agli espropri e alle barriere antirumore, si contesta anche la paventata strage di pini nel tratto a due corsie.
Rifondazione presenta un proprio progetto che prevede l’utilizzo dei binari ferroviari. Si forma un comitato cittadino, sostenuto dai partiti di opposizione, impegnato a raccogliere le firme per chiedere un referendum. A fine anno sarà giudicato inammissibile perché il progetto coinvolge anche Rimini: una bocciatura, dirà 14 anni dopo un nuovo comitato promotore di analoga richiesta, basato su pareri non vincolanti.
Tra tante polemiche, non cambia la previsione dei tempi: cantiere nel ’98, taglio del nastro nel 2000. Alla metropolitana dedica un incontro anche il Meeting di CL, in cui il progettista Luigi Napoli ribadisce l’utilizzo di carrozze in grado di viaggiare sia su gomma che su strada, per rispondere sia alle esigenze estive che a quelle invernali.

1998

La novità è che la sigla TRC comincia a entrare nell’uso comune. Per il resto, la vicenda della metropolitana di costa viaggia ancora sui due binari dell’anno precedente: le amministrazioni che proseguono nell’iter, i cittadini nelle contestazioni. In primavera i Consigli comunali di Rimini e Riccione approvano definitivamente l’accordo di programma.
La tempistica, rispetto alle ottimistiche previsioni di inaugurare nel 2000, si aggiorna: apertura prevista dei cantieri nel ’99. Entro tre anni il primo convoglio. Il progetto presentato al ministero dei trasporti presenta già qualche modifica: niente più tratti sopraelevati né tracciato in via Roma, ma parallelo alla ferrovia.
E intanto c’è chi comincia a sostenere che si sia già speso parecchio senza l’ombra di un cantiere: a Rimini Rifondazione presenta un’interrogazione sui costi già sostenuti per gli incarichi professionali, stimati in un miliardo e 730 milioni.
Rimini boccia la richiesta di un referendum: il Comitato dei Garanti, nominato dal Consiglio Comunale, lo definisce inammissibile.
A Riccione analoga proposta era già stata respinta alla fine del ’97. Dall’esperienza del Comitato promotore nasce però la Lista Civica, che dall’iniziale consigliere oggi ne ha quattro. “A conferma del fatto che l’esigenza di una partecipazione della cittadinanza oggi è sentita ancora più di allora”, commenta Renata Tosi, all’epoca portavoce del Comitato e oggi capogruppo. “Ma la risposta della maggioranza è sempre la stessa – aggiunge polemicamente – non si discutono i progetti già decisi dall’alto”.

1999

Dopo un acceso biennio, la metropolitana di costa nel ’99 scende, ma solo parzialmente, dalla ribalta. Dopo l’approvazione del progetto da parte della Regione, il TRC entra tra i temi della campagna elettorale riminese, ma soprattutto per le posizioni critiche del Polo. E sono proprio le elezioni a tenere in stand by per un po’ il progetto, in attesa delle nuove amministrazioni.
Si sbilancia la Regione che, nel piano dei trasporti conferma come obiettivo l’attivazione entro il 2010 di tutta la tratta della metropolitana costiera Ravenna-Cattolica.
Intanto i tecnici della Tram, reduci da visite in Europa, continuano le valutazioni sul mezzo da adottare per la metropolitana: particolare attenzione al GLT, Guided Light Transit, della francese Bombardier (nella foto), capace di muoversi anche fuori dai binari, come voleva il pensiero di allora, ma si studiano anche la Lohr e l’Ansaldo.
Alle voci critiche a Rimini si aggiunge il comitato degli operatori della zona stazione: il terminal del TRC non si sposava con il loro progetto di riqualificazione. E si fa sentire il Comitato Rimini Città Unita, attivo ancora oggi, che torna a chiedere un referendum. Il neo sindaco Ravaioli risponde con una nota scritta: “La giunta comunale non ha ritenuto di attivare il Consiglio Comunale”.
A Riccione invece, mentre il vecchio comitato referendario si è evoluto nella lista civica che debutta in Consiglio Comunale, nascono diversi comitati, ma contro nuovi nemici: i ripetitori per la telefonia mobile.

(Newsrimini.it)

Il primo capitolo (1994-96)