Pugni, calci e insulti razzisti sul bus a donna incinta. Lisi: atto vile che sconvolge
Non hanno avuto pietà neppure per una donna incinta. Due ragazzi, una 19enne di Ancona e un 22enne di Caserta, ieri sul bus della linea 11 hanno aggredito la donna, una 39enne di origine africana e al sesto mese di gravidanza, derubandola del cellulare e insultandola anche alla presenza della polizia, sopraggiunta in viale Principe Amedeo, dove il bus si era fermato,. E’ accaduto intorno alle 19. E’ stata proprio la 39enne, prima di sentirsi male ed essere accompagnata al Pronto Soccorso, a raccontare agli agenti quanto accaduto. Salita sul bus per andare al lavoro, la donna si è accorta che un ragazzo stava rovistando nella sua borsa per rubarle il telefono. Alla richiesta di restituirlo, il 22enne ha gettato il cellulare a terra iniziando ad insultarla con frasi razziste e colpendola con calci e pugni. Mentre la 39enne chiedeva aiuto e cercava di difendere il bimbo che portava in grembo, anche la 19enne ha iniziato ad inveire nei suoi confronti. Tra le frasi proferite dalla coppia “…tornate al vostro paese” e “ti faccio abortire…”. Non paghi, i due quando l’autobus si è fermato hanno spinto la donna facendola cadere a terra, come confermato da alcuni testimoni. La refurtiva è stata recuperata a terra dalla polizia. La coppia è stata arrestata per rapina.
“Un attacco vile che mi sconvolge come donna e cittadina” commenta il vicesindaco Gloria Lisi che annuncia, in caso venisse confermata l’aggravante razzista, l’intenzione del comune di costituirsi parte civile. Dall’amministrazione piena solidarietà e sostegno alla donna vittima della violenza.
Le dichiarazioni del vicesindaco Gloria Lisi
Sono appena venuta a conoscenza dagli organi di informazione di un gravissimo caso di violenza sul bus della linea 11 ai danni di una donna africana in gravidanza, da parte di due giovani ragazzi. Un furto con l’aggravante di un’aggressione fisica e morale di tipo razzista; insulti vergognosi a sfondo razzista, calci e botte. Se i fatti sono quelli riportati dalle prime ricostruzioni riportate dagli organi di informazione, si tratta di un attacco vile e vigliacco che mi sconvolge come donna e come cittadina della nostra città, anche perché avviene il giorno dopo del ricordo del sacrificio dei nostri Tre martiri, che con il loro sacrificio hanno contribuito a rendere Rimini una città libera dai soprusi e la violenza, in nome della libertà e della solidarietà. Valori che sono il dna della nostra città e che non permetteremo a nessuno di infangare.
Se la prima ricostruzione venisse confermata voglio quindi, a nome mio personalmente e dell’Amministrazione comunale, condannare l’aggressione, dando alla signora vittima dell’aggressione la nostra piena solidarietà e sostegno. Non solo, se venisse confermata l’aggravante razzista, il Comune di Rimini valuterà, come ha già fatto nel recente caso di Emanuel, il giovane ragazzo Nigeriano aggredito brutalmente davanti ad un supermercato, di costituirsi parte civile.
Questi casi mettono in evidenza un lato violento della nostra società che fa riflettere; una donna incinta e che, per definizione, dovrebbe essere circondata da ancora più protezione ed affetto e girare con tutte le tutele possibili per la città, viene invece vigliaccamente attaccata e insultata. Una fragilità che fa forte i vigliacci, come troppo spesso, per altri versi, ci capita di ascoltare negli sportelli contro la violenza sulle donne. Questo è un caso estremo che testimonia però la brutale tendenza alla prevalicazione sui deboli che questa società attacca invece di difendere. Il razzismo, mi ripeto, è una ulteriore aggravante che non vogliamo ne possiamo tollerare.
La nostra comunità respinge da sempre il razzismo, la prevaricazione dei deboli e gli estremismi pericolosi, da qualsiasi parte essi provengano, e così saprà fare anche questa volta.