Una cena per raccontarsi. I senza dimora alla Stella Maris
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Il 17 ottobre, Giornata mondiale Onu per la lotta contro la povertà, all’albergo sociale Stella Maris della Comunità Papa Giovanni XXIII sul lungomare di Rimini, c’è stata la cena per chi vive in strada organizzata dalla “Capanna di Betlemme”, la struttura di accoglienza per senza dimora dell, APG23. 140 le persone che hanno partecipato, servite da una squadra di scout dell’Agesci-Santarcangelo. Insieme ai senzatetto c’erano anche le famiglie sfrattate accolte nell’albergo sociale.
Sono stati serviti aperitivo e antipasto, primo e secondo, pappardelle al ragù, alla panna e zucchine, fagiano alle melanzane, pollo arrosto, brasato di vitello, insalata e patate al forno, dolci secchi e gelato, bibite e caffè, menù per vegetariani e per musulmani.
Il racconto della serata trasmesso dagli organizzatori:
Una miriade di volti, lingue e culture diverse. Estrazioni sociali e ruoli diversi. In tanti con la voglia di raccontarsi…
Pino l’interista viene da Brescia. “Facevo il piastrellista fino a qualche anno fa, ma piano piano dal 2000, quando sono uscite le macchinette mi ha preso una malattia, il gioco. Giocavo nei bingo, nei bar, nelle sale scommesse. Quando mi sono accorto che se anche vincevo mi dovevo rigiocare la vincita subito, finchè perdevo tutto, allora ho capito che era una malattia. Anche se vincevo 1000 o 2000 euro mi giocavo tutto entro il giorno dopo. Queste cose lo stato non le dice, si vede tanta pubblicità, tutti contenti, ma queste cose non le dice. Quanta gente come me si è rovinata, vedevo persone anziane che la mattina prendevano la pensione e se la giocavano tutta. Io ho perso tutto, anche gli amici e gli affetti. Mi è rimasto l’Inter, ma anche lì mi va male…”
Giulio il musicista, in arte Woody, scrive canzoni dagli anni 60: “Vivo una vita normale, suono dappertutto, per strada sopratutto, a Rimini in via Gambalunga ed in piazza Tre Martiri, anche davanti alla Coin. Rimini è una città simpatica, viva, d’estate un po’ caotica, mi piacerebbe che Rimini fosse più semplice come erano i romagnoli una volta. Ogni tanto me ne vado al nord, ma io sono pugliese. ” E Giulio canta, è l’intrattenitore della cena.
Presto, alle 22.30 erano già tutto “fuori”, per tornare nei loro rifugi o nelle case d’accoglienza. Le strutture hanno orari precisi, i rifugi di fortuna sono richiesti e bisogna rendere il posto… in più girare di notte è pericoloso per loro.
Nel 2016 i poveri a Rimini sono cresciuti del 3%. Uno su tre vive in strada da più di tre anni. La Capanna di Betlemme nel 2015 ha ospitato 904 persone per un totale di 9500 notti di accoglienza.