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Attualità Riccione

Sospeso perché ha i capelli rasta. Il caso arriva al Ministero dell'Istruzione. I sindacati: Inammissibile

In foto: Bob Marley
Bob Marley
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 15 gen 2015 16:22 ~ ultimo agg. 16 gen 13:52
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Nel 2015 è inammissibile che un ragazzo venga sospeso da scuola per il suo taglio di capelli.  Si tratta di una discriminazione e di un attacco alla libertà personale. E’ il parere dell’on. Giovanni Paglia di Sel che interviene sul caso del ragazzo sospeso per tre giorni dalla Scuola Alberghiera e di Ristorazione di Riccione a causa della sua acconciatura, i dreadlocks, ritenuta incompatibile con le norme igienico-sanitarie da una dirigente dell’istituto. La FLC CGIL e la CGIL di Rimini giudicano sconcertante la sospensione di un allievo minorenne, iscritto allo IAL di Riccione al corso di “Operatore della Ristorazione” finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, a causa della sua acconciatura. La notizia è stata riportata dal quotidiano locale ‘il resto del Carlino’.

L’On. Paglia ha appena depositato un’interrogazione al MIUR per chiedere se non si ritenga di dovere intervenire per risolvere il caso.

L'On. Giovanni Paglia di Sel che ha depositato l'interrogazione‘Ogni persona, tanto più nell’età dell’adolescenza, ha il diritto di esprimere compiutamente la propria personalità attraverso abbigliamento e acconciatura, osserva l’on. Paglia.
Non si possono confondere le regole igieniche sanitarie, che non hanno nulla a che fare con la lunghezza dei capelli, con il gusto personale, sia esso di uno studente o di un dirigente scolastico.
Si tratta tra l’altro di uno studente incontestabile sul piano dei risultati scolastici come ha riconosciuto la stessa dirigente – prosegue l’on. Paglia – e che non ha avuto problemi nello svolgimento di uno stage in un noto bar della zona. Per questo – conclude l’on. Paglia – credo sia giusto che il Ministro intervenga, a tutela del sereno percorso scolastico del ragazzo, ma soprattutto per evitare che si affermi un precedente contrario alla libertà personale’.

 

La FLC CGIL e la CGIL di Rimini giudicano sconcertante la sospensione di un allievo minorenne, iscritto allo IAL di Riccione al corso di “Operatore della Ristorazione” finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, a causa della sua acconciatura. La notizia è stata riportata dal quotidiano locale ‘il resto del Carlino’.

‘L’articolo 34 della Costituzione dice: la scuola è aperta a tutti.  I Segretari generali Roberto Barbieri e Graziano Urbinati, stigmatizzano le azioni e le dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla dirigente dell’Ente IAL che, dinnanzi ad un minore in obbligo formativo, prima di tutto deve mettere in atto misure di accoglienza e non di allontanamento come invece ha fatto, di sospensione dalla scuola e dalle attività didattiche.  Non si può invocare il rispetto di un regolamento (che pure ha la sua importanza che non vogliamo smentire) e contemporaneamente abdicare al ruolo di educatore, venendo meno ai principi che sono alla base della mission educativa. Chi stabilisce se il taglio dei capelli o l’abbigliamento di un giovane è consono? Quali principi devono essere rispettati? E chi decide se quel look così sgradito alla dirigente, sia decoroso o no? Risulta poi inaccettabile e riprovevole, qualsiasi affermazione attraverso la quale si dispensano giudizi di valore nei confronti delle modalità educative della famiglia salvaguardate dall’art. 30 della Costituzione. Abbiamo notizie che stamattina il giovane si è presentato con il genitore a scuola e non sia stato accettato, perpetrando così nell’umiliazione e nella mortificazione del giovane, delle sue aspettative e motivazioni allo studio oltre che della sua famiglia. Chiediamo il ritiro immediato del provvedimento punitivo e che venga effettuata ogni tipo d valutazione sull’operato della dirigente che, attraverso deprecabili azioni, impedisce di fatto l’applicazione degli articoli 3, 13, 30 della Costituzione.

Altra cosa è invocare il rispetto delle regole, che vanno fatte rispettare con la giusta misura avendo cura che esse non siano limitative delle libertà individuali. Per questo, a nostro parere, il rispetto delle regole non deve passare attraverso azioni coercitive, repressive e limitanti la libertà individuale ma mediante misure educative.
Il rispetto delle norme e procedure igienico-sanitarie vanno garantite da comportamenti e modalità organizzative che ne garantiscano l’attuazione, ma il diritto della persona, della sua personalità, della sua dignità sono principi inviolabili da qualsiasi regolamento’.